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Il lungo “Golpe Rosso”

di Andrea Guenna – Io non so chi ci sia dietro, di chi sia la regia, ma questo “Golpe Rosso” è un capolavoro. Hanno saputo aspettare, hanno saputo imbavagliare gli italiani con sei pre-golpe quando a palazzo Chigi, dopo l’annientamento di Berlusconi nel 2011, hanno mandato – senza essere eletti – Monti (e la Fornero), Letta, Renzi, Gentiloni, Conte (quando siamo tornati alle urne nel 2018 capo del governo è stato nominato Conte che a quelle elezioni non si era presentato) e Draghi che è un banchiere. Ora avremo confermato Capo dello Stato Mattarella in quota Pd e, come se non bastasse, presidente della Corte costituzionale eletto all’unanimità, c’è il socialcomunista Giuliano Amato, in palese conflitto di interessi perché politico di lungo corso, ma messo lì da Napolitano, il primo comunista Capo dello Stato. Il fatto che stupisce è che Giuliano Amato è stato eletto oggi presidente della suprema Corte all’unanimità, per cui è del tutto evidente che la Corte Costituzionale sia in mano alla sinistra.
Et voilà le jeux sont faits, rien ne va plus. Il che, in termini più comprensibili significa: “Bogia nen perché ce l’hanno messo nel culo e se ci muovessimo faremmo il loro gioco”.
Amato (il “Dottor Sottile”), torinese di famiglia napoletana, 84 anni da compiere il prossimo maggio, è una delle figure più in vista del nostro sgangherato Paese, il cui nome, nelle ultime settimane, è comparso perfino tra i papabili al Quirinale: costituzionalista, docente universitario, membro del Parlamento per 18 anni, esponente di spicco del Psi nella prima Repubblica, è stato per due volte presidente del Consiglio (tra il 1992 e il 1993 e ancora tra il 2000 e il 2001).
Insomma, comandano sempre loro.
Io che sono liberale e conservatore, anticomunista nel Dna, non vado più a votare perché sono vecchio, ho combattuto tutta la vita raccogliendo solo sconfitte, e ora voglio riposarmi.
Tanto non serve a niente.

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