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Arrivano i monoclonali, per il Covid potrebbe essere la fine

Alessandria (Red) – Noi di Alessandria Oggi, come al solito in beata solitudine, lo ripetiamo fino allo sfinimento da un anno (https://www.breviweb.it/2021/02/25/covid-garavelli-evitiamo-i-non-vaccini-meglio-curarsi-a-casa-per-tempo/), da quando, a febbraio 2021, abbiamo pubblicato un’interessante intervista al medico alessandrino Pierluigi Garavelli (nella foto a lato): i monoclonali sono una delle soluzioni per la cura del Covid. A Vercelli li usano da qualche mese e i risultati sono incredibili, col 100% dei guariti in un giorno, ma anche in terra mandrogna hanno iniziato un percorso virtuoso che porta all’utilizzo della cura messa in atto per primo dal povero professor Giuseppe De Donno (nella foto sopra), suicida nel luglio scorso, che usava il plasma iperimmune. Mercoledì scorso a Torino sono stati consegnati gli anticorpi monoclonali Sotrovimab e sono già 3.062 in Piemonte le prescrizioni di monoclonali – oltre 300 in Alessandria –  502 di Molnupinavir mentre, per quanto riguarda il farmaco Paxlovid, questa settimana è previsto l’arrivo di 861 confezioni. Se il plasma iperimmune usato dal professore mantovano può servire in emergenza per trattare le persone con le forme più gravi di Covid-19, l’utilizzo degli anticorpi monoclonali – copie prodotte illimitatamente in laboratorio partendo dalle cellule dei pazienti – potrà servirci, sia per trattare le nuove infezioni, che come profilassi per evitare che ci si ammali. Le due cure sono praticamente identiche con la differenza che il plasma iperimmune di De Donno si ottiene da quello dei pazienti guariti, mentre gli anticorpi monoclonali sono riprodotti in laboratorio. Ma il principio è identico: s’inietta il sangue di chi è guarito e guarirà anche chi lo riceve divenendo a sua volta immune.

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