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Lodati da Papa Francesco i vignalesi che si sono tassati per pagare il viaggio verso casa a un migrante malato terminale

Vignale Monferrato (Cristina Palazzo de La Repubblica) – Grazie alla comunità di Vignale Monferrato, John, ghanese di 25 anni, colpito da una terribile malattia mentre stava costruendosi un futuro in Italia, ha potuto riabbracciare suo padre e i suoi fratelli. È una storia di dolore ma anche di grande solidarietà che dal Monferrato è arrivata all’orecchio di papa Francesco, che ieri l’ha raccontata all’Angelus come un esempio da lodare.
John, ha raccontato il papa, “che per arrivare qui ha sofferto tutto quello che soffrono tanti migranti, e alla fine si è sistemato nel Monferrato, ha incominciato a lavorare, a fare il suo futuro, in un’azienda vinicola. E poi si è ammalato di un cancro terribile. E quando gli hanno detto la verità, cosa avrebbe voluto fare? Ha risposto: Tornare a casa per abbracciare mio papà prima di morire”. È così partita una catena di solidarietà, che ha coinvolto chi lo ha accolto sette anni fa, riuscendo a pagare il biglietto aereo per lui e per suo cugino che tornerà il mese prossimo. “Questo – ha detto Francesco – ci fa vedere che oggi, in mezzo a tante brutte notizie, ci sono cose belle, ci sono dei Santi della porta accanto”.
John ora è in Ghana: è partito martedì sera, salutando i suoi “Santi” e l’Italia dove ha vissuto questi ultimi sette anni.
Era arrivato con altri migranti, ancora minorenne. Un lungo viaggio e la sua destinazione, come da assegnazione, è stata da subito Vignale Monferrato, paesino con meno di mille abitanti nell’Alessandrino, dove ha trovato un’opportunità di futuro e lo hanno accolto come in famiglia. Ha però dovuto iniziare praticamente da zero, a partire dalla lingua.
“Non aveva istruzione, sapeva parlare anche l’inglese ma non sapeva scrivere. Sapeva che il suo destino lì sarebbe stato lavorare nei campi di cacao così aveva scelto di cercarne uno diverso – ricorda Ernesto Fumagalli, all’epoca vicepresidente della Pro Loco -. In quegli anni la rete dell’accoglienza era meno oliata, ma una cooperativa di Casale fantastica si adoperò con grande efficienza per accoglierlo. John era giovanissimo, orfano di madre e con sette fratelli. È diventato per me come un figlio”.
È stato proprio Fumagalli tra i primi a mobilitarsi per John. Lo ha aiutato a trovare una sistemazione in un appartamento e alcuni lavoretti in aziende vinicole.
“A settembre voleva guadagnare qualcosa in più – spiega Fumagalli – così l’ho messo in contatto con un’azienda di Imola, era lì quando ha accusato i primi sintomi, dagli esami è emerso un carcinoma. [John è così tornato nel Monferrato e ha ritrovato diversi punti di riferimento, come Gabriella Gaudio] sempre accanto in questi mesi, e Susanna, una commerciante del paese. È stato trasferito all’Hospice di Casale, dove con professionalità si sono presi cura di lui. Quando però ha capito che non poteva tornare a lavorare ci ha espresso il desiderio di voler tornare a casa”. Si sono subito mobilitati per acquistare i biglietti per John e suo cugino. Poi la voce della staffetta di solidarietà si è sparsa, hanno allargato la raccolta fondi e diversi cittadini hanno voluto partecipare, raddoppiando la cifra iniziale, che permetterà a John di proseguire le cure da casa.
“È contento, mi ha inviato le foto, dice che sta meglio”, racconta Fumagalli.
“Sono orgogliosa della mia comunità”, dice la sindaca di Vignale, Tina Corona.

 

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