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Famiglia ucraina fuggita dalla guerra soccorsa dalla polizia italiana

Ovada – Nei giorni scorsi una pattuglia della Polizia Stradale di Alessandria – Sottosezione di Ovada, durante il servizio di vigilanza stradale sull’autostrada A/26 Genova Gravellona Toce, ha notato una vettura, con targa ucraina, che procedeva a rilento in corsia di emergenza, con le frecce di emergenza in funzione. Gli Agenti dopo aver scortato e messo in sicurezza la vettura all’interno della vicina area di servizio Bormida Est, constatavano che a bordo c’era una famiglia di nazionalità ucraina composta da una giovane coppia con figli in tenera età, tutti in buone condizioni di salute, ma visibilmente scossi e impauriti anche per il timore di essere rimpatriati in Ucraina. Compresa la situazione gli agenti si attivavano immediatamente per rassicurare e prestare la necessaria assistenza, inizialmente resa difficile anche dalla difficoltà di comunicazione, poiché nessuno dei componenti della famiglia riusciva a comprendere né la lingua italiana né la lingua inglese. Con l’ausilio di un’interprete di madrelingua Ucraina, rintracciata nel frattempo telefonicamente dagli operatori, si riusciva a comprendere il dramma della famiglia che, terrorizzata dalla guerra, aveva deciso di scappare dal proprio paese mettendosi in viaggio  quattro giorni prima, senza effettuare nessuna sosta, con l’intento di raggiungere quanto prima la Francia, dove sarebbero stati accolti da alcuni familiari. Grazie a un interprete, riferivano che avevano terminato le scorte di cibo e acqua due giorni fa e che i pochi soldi a disposizione gli sarebbero bastati a stento per sostenere le spese del viaggio ed arrivare a destinazione. Mentre uno degli agenti, tramite il Centro Operativo della Polizia Stradale di Genova, faceva intervenire un meccanico sul posto per riparare il veicolo, l’altro agente si adoperava immediatamente, a proprie spese, per aiutare i bambini e la coppia di coniugi, acquistando presso l’area di servizio, panini, acqua e snack in quantità necessaria a consentire la prosecuzione del viaggio senza dover ulteriormente gravare sui pochi soldi a disposizione. In serata, sul telefono cellulare di uno degli agenti, perveniva un messaggio di gratitudine per l’aiuto prestato ma soprattutto di ringraziamento per aver dato da mangiare ai bambini visibilmente scossi da quanto vissuto nelle ultime settimane.

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