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Salta il Quad, al via l’alleanza tra Cina, India e Russia: tre miliardi di persone motivate, armate fino ai denti e con enormi risorse, contro l’Occidente

di Andrea Guenna – C’era da aspettarselo. Gli indiani vanno con la Cina, e indirettamente con Putin, iniziando uno strappo epocale con l’Occidente che se n’è solo servito e poi li ha mollati. Giovedì il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha incontrato a Nuova Delhi il consigliere per la Sicurezza Nazionale Indiana, Ajit Doval, e il suo omologo indiano Subrahmanyam Jaishankar con un obiettivo chiaro: “Le questioni sui confini devono essere risolte ma non devono influenzare le relazioni bilaterali”. Ha poi detto che la Cina “non persegue l’idea di un’Asia unipolare e Pechino rispetta il ruolo dell’India nella regione”.
È un incontro epocale, una risposta secca alle frasi deliranti del vecchietto arteriosclerotico ed eterodiretto Biden che continua a sbraitare contro Putin senza rendersi conto che in questo modo peggiora la situazione e manda in vacca i Paesi europei occidentali. Riallacciando i rapporti, Cina, India e Russia sono alleati. Un blocco di quasi tre miliardi di persone che hanno risorse naturali immense (Russia) ed eserciti micidiali. Dall’altra parte ci sono gli occidentali, divisi su tutto, nel pieno d’una crisi finanziaria, identitaria e politica senza precedenti. Il colloquio indo-cinese è durato tre ore con gli indiani a denunciare la crescente pressione di Washington su New Delhi.
A questo proposito la Cina ha indicato tre linee guida:

  1. la Cina e l’India hanno una storia millenaria di scambi culturali e la realizzazione del ringiovanimento nazionale tra Cina e India avrà un impatto significativo sull’Asia e sul mondo in generale;
  2. la Cina accoglie favorevolmente lo sviluppo dell’India e la sostiene nello svolgere un ruolo più importante negli affari internazionali;
  3. se Cina e India parleranno con una sola voce, il mondo intero ascolterà.

Secondo l’accordo, le due parti dovrebbero rafforzare la comunicazione e il coordinamento, e sostenersi a vicenda. È del tutto evidente che la guerra in Ucraina ha allargato il divario tra New Delhi e Washington, mentre Wang sta esplorando se esistono le possibilità che l’India si liberi dall’abbraccio mortale con gli Usa per unirsi a Russia e Cina in una sorta di gruppo, per dividere e indebolire il Quad. L’India è infatti l’unico membro del Quad (l’alleanza che comprende anche Usa, Giappone e Australia) a non aver condannato le azioni di Mosca. Così come la Cina. Pechino e New Delhi continuano a ripetere gli appelli per un cessate il fuoco immediato, ma nulla di più.
Non è difficile immaginare che nello scacchiere militare e politico mondiale qualcosa di molto grosso si stia muovendo, e non certo a favore di noi occidentali. L’equilibrismo del governo nazionalista di Narendra Modi deriva dal fatto che New Delhi, così come la Cina, dipende da Mosca per la fornitura di petrolio (finora, a marzo, l’India ha importato quasi quattro volte più petrolio russo rispetto a ogni mese dell’anno scorso) oltre che di armi.
Intanto Mohamed Zeeshan, analista di The Diplomat, scrive: “Date le circostanze, l’India sta rapidamente diventando un alleato sia per la Cina che per la Russia e, più che in passato, il presidente Xi Jinping ha un’enorme opportunità di abbracciare New Delhi e creare un muro tra l’India e l’Occidente”.

Nella foto lo storico incontro tra Wang Yi e Subrahmanyam Jaishankar

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