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ISLAM “MODERATO”: PER IL RAMADAN 20.000 IN PIAZZA, PER DIRE DI NO AL TERRORISMO, 500

di Roberto Sarti – “No al terrorismo e no alla guerra”, questi sono i messaggi che giungevano dalle recenti         manifestazioni dei musulmani in risposta alle stragi di Parigi, dell’aereo russo, del Kenya, del Mali ; ma sui  cartelli islamici c’era anche scritto “No al terrorismo e sì alle moschee”, cosa molto discutibile. Alla manifestazione convocata da centri islamici, giovani musulmani e da “Partecipazione e spiritualità musulmana” hanno aderito novanta sigle di tutto il Nord Italia. In realtà c’erano circa 500 persone, neanche dieci per ogni sigla. Poche, soprattutto se confrontate alle 15-20.000 che normalmente animano il Ramadan a Milano. Non solo, per la metà erano italiani. Pacifisti. La solita sinistra che da decenni anima le piazze del Paese mobilitandosi puntualmente contro il presunto imperialismo dei Paesi occidentali (Stati Uniti in testa) e di Israele. E in effetti la sintonia fra le due anime della piazza era perfetta. Tra l’altro pochissime bandiere, qualcuna della pace, una della Palestina, pochissime quelle italiane. Non si vedono tricolori francesi. Ma dov’era quella sinistra che è costantemente pronta a fare le barricate per i cosiddetti “dirittti civili” e che invece appare muta di fronte all’umiliante condizione delle donne nei paesi islamici e al brutale trattamento riservato agli omosessuali. Oggi la sinistra progressista vuole farci credere che il terrorismo non c’entra nulla con l’Islam, ignorando peraltro le stragi ,soprattutto di cristiani, che hanno costellato tutta la storia dell’Islam e della sua sanguinosa espansione. Si arriva addirittura al punto di capovolgere la storia e far passare i cristiani per aggressori evocando a rovescio le crociate, le quali tentarono semplicemente di limitare i danni dell’invasione islamica di terre cristiane. Questa ignoranza storica si accompagna alla cecità ideologica, perché l’Islam più che una religione come il cristianesimo è una teologia politica, come il marxismo. L’Islam comporta un’ideologia totalitaria simile al comunismo e al nazismo. Nasce come un progetto socio-politico e anche militare; per un musulmano religione e politica sono indissolubili nel pieno rispetto del concetto di teocrazia. Maometto è stato un formidabile condottiero e ha fondato una teologia politica universalista funzionale alla conquista dell’Arabia e poi al dominio del mondo. A chi crede che oggi il problema sia rappresentato solo da pochi fondamentalisti violenti e non dall’Islam in sé, si può rispondere che millequattrocento anni di storia dimostrano il contrario. L’Islam è l’unica civiltà ad aver messo in serio pericolo e per ben due volte la sopravvivenza dell’Occidente. Credere che siano cose del passato o limitate oggi ad Al Qaeda e all’Isis è da illusi. Ricordo una dichiarazione di Monsignor Bernardini, arcivescovo di Smirne: durante un incontro ufficiale sul dialogo cristiano- islamico, un autorevole personaggio musulmano rivolgendosi ai partecipanti cristiani disse: “Grazie alle vostre leggi democratiche vi invaderemo; grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo”. Queste dichiarazioni sono del 1999. Questa dominazione in realtà è già iniziata con l’enorme pressione dei grandi capitali petroliferi da una parte e con l’immigrazione incontrollata dall’altra. Un’enorme tenaglia che si sta stringendo inesorabilmente intorno a noi. Quanto all’Italia il pensiero dominante ha emarginato una voce profetica come quella di Oriana Fallaci. Così come inascoltata è stata la voce del Cardinale Biffi il quale sosteneva che oggi è in atto una delle più gravi e ampie aggressioni al cristianesimo che la storia ricordi. In una sua intervista gli fu chiesto se riteneva che l’Europa sarebbe o meno rimasta cristiana. A questa domanda rispose che l’Europa, o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana, e che quello che gli appariva senza avvenire era la cultura del niente, della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come una conquista intellettuale. Una cultura del niente che non sarà in grado di reggere all’assalto ideologico dell’Islam che inesorabilmente si verificherà. L’Occidente è sotto attacco, tutti siamo sotto attacco. Gli occidentali sono odiati dai terroristi in quanto occidentali e quindi vanno annientati. Di fronte a tutto questo è crollato il multiculturalismo, il sogno dell’integrazione, la retorica catto-comunista delle porte aperte a tutti, l’ipocrisia del terzomondismo. Oggi e in futuro forse avremo paura di andare al cinema, al ristorante, in discoteca, in un centro commerciale; avremo forse paura a prendere un aereo, un treno, un pullman. Tutti ci sentiamo dei bersagli. Il fine ultimo dei terroristi è quello di rinchiuderci in casa togliendoci di fatto la libertà. Ecco perché dobbiamo dire basta all’ipocrisia delle belle parole, dell’accoglienza per tutti che arricchisce gli sfruttatori. Siamo in guerra e dobbiamo vincerla, pena la sottomissione.

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