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La storia infinita di Ecolibarna: una mangeria spudorata, uno scandalo insopportabile

Serravalle Scrivia – Dopo quasi mezzo secolo di presunte bonifiche dell’ex Ecolibarna finalmente s’è scoperta l’acqua calda: il terreno dell’area interessata alla bonifica presenta una concentrazione di inquinanti che non è scesa al livello previsto. Si tratta d’un sito da circa dieci anni classificato di interesse nazionale (Sin), dove le acque sotterranee sono contaminate, tra gli altri, da solventi clorurati, composti aromatici, metalli ed idrocarburi. La bonifica dell’area è stata approvata nel 2016 e doveva avvenire attraverso la rimozione del suolo contaminato e l’iniezione di reagenti nella falda per ottenere la degradazione dei solventi clorurati, interventi eseguiti due anni dopo dalle imprese incaricate dalla Provincia. L’Arpa ha eseguito i monitoraggi delle acque sotterranee tra il 2018 e il 2020 e da questi controlli è emerso che la bonifica non è stata raggiunta. Così dopo quasi 50 anni si continuano a buttare soldi e sprecare energie per una bonifica che, se fatta in tempo, sarebbe costata qualche milione di lire e avrebbe funzionato benissimo. Invece siamo ancora qui a parlare della bonifica dell’Ecolibarna, col Comune di Serravalle Scrivia e la Provincia di Alessandria che hanno autorizzato l’ennesima ditta specializzata in bonifiche, a fare il lavoro che alla fine è risultato inutile. Il “Caso Ecolibarna” è una vergogna insanabile e un’onta incancellabile per molti serravallesi che non hanno mai saputo, o voluto, bonificare il sito per motivi che ormai è del tutto evidente essere stati molto poco edificanti.
Una vergogna che continua e di cui il grande e indimenticabile Guido Manzone quasi dieci anni fa (è mancato nel 2016) ha avuto modo di scrivere.
Per questo gli lasciamo lo spazio che merita.

Bonificare l’Ecolibarna è facilissimo, basta non rubare (12 agosto 2013)
di Guido Manzone –
Apprendiamo dai giornali che la bonifica dell’Ecolibarna, piccolissima raffineria in quel di Serravalle Scrivia, è in “stand by”. Ossia ferma, per dirla in linguaggio comprensibile a tutti, vecchiette comprese. Non è utilizzando un termine inglese, come ha fatto la Stampa di Torino, che si riducono le responsabilità di questo interminabile spreco di denaro pubblico. O meglio, di questa grassa mangeria che dura ininterrottamente da mezzo secolo. E scuse a riguardo non ce ne sono ne è possibile inventarsene di nuove. Non sarebbe in grado di farlo nemmeno Ghedini. Si tratta di un tempo più che doppio di quello impiegato per costruire la Grande Piramide di Cheope o la muraglia cinese lunga più di 5000 chilometri, ultimate in circa 20 anni. In pratica ci troviamo di fronte ad un eterno e meraviglioso vitalizio dorato, del tutto identico ad un privilegio feudale da passarsi di padre in figlio. Così solido e granitico da essere indifferente al divenire del tempo e ai più sconvolgenti mutamenti politici. In grado persino di poter infischiarsene allegramente delle stesse leggi italiane, della presenza delle forze dell’ordine e dell’agire dei tribunali. Cosa che non è riuscita nemmeno al cavaliere Silvio Berlusconi, con tutti i suoi soldi, il suo seguito politico, le sue televisioni ed i suoi giornali con cui in pratica monopolizza l’intera informazione italiana. Un agire dominante di cui non si trova riscontro in nessun comune italiano e, supponiamo dell’intero pianeta. Un luminoso ed ineguagliabile record che ha potuto realizzarsi solo per mezzo di una responsabilità collettiva ed un indispensabile aiuto dei più alti livelli politici ed amministrativi, tale da assicurarsi la massima evidenza nel pretenzioso Guinness dei primati. Bisogna però riconoscere, per motivi di obiettività, che la modesta, grigia, cupa, triste ed inconsistente classe di potere alessandrina, in questo caso è stata  grande, almeno nel male. Poco tempo fa il Sindaco e la giunta di Serravalle al gran completo con una comunicazione ai mezzi di informazione firmata anche dall’opposizione, hanno sfidato chi scrive queste note a dir loro come smaltire le melme acide di raffineria contenute nei depositi dell’Ecolibarna, sempre che fosse capace di farlo. Volentieri raccogliamo il guanto di sfida anche se c’è in noi la certezza che non verrà fatto proprio nulla di quanto da noi consigliato. Prima di avventurarsi nell’impresa occorre però ricordare che in Italia le leggi sono uguali per tutti, semplici cittadini, proprietari di raffineria, funzionari pubblici e politici locali. Ci rendiamo perfettamente conto che qualcuno, destinato a subire le conseguenze dell’applicazione delle vigenti leggi non sarà d’accordo ma, dal 1789, anno della nascita dello stato liberal borghese, tale principio immutabile vale in tutta Europa e nel mondo occidentale. Detto questo, consigliamo il Sindaco di Serravalle ed il di lui assessore all’ambiente di denunciare chi ha prodotto le melme acide facendole illegalmente smaltire nei serbatoi dell’Ecolibarna. Non è mai troppo tardi per farlo. Dopo di che è necessario chiedere il pagamento dei danni subiti dal Comune nonchè il costo dello smaltimento necessario per ultimare finalmente l’eliminazione di quanto ancora si trova nella raffineria. Sarebbe pure indispensabile “ripulire la stalla dagli animali infetti” per estinguere il contagio dell’illegalità. Il che vuol dire aprire una severa inchiesta su quanto accaduto e denunciare chi ha recitato la parte in commedia facendo finta di bonificare ed intascando i quattrini. Questo senza falsi pietismi e reverenziali timori prendendo esempio dal modo coraggioso con cui lo Stato della Chiesa, non certo sospettabile di pruriti giacobini o di estrema sinistra, ha saputo ripulirsi dall’incancrenito predominio di alcuni cardinali. Volutamente abbiamo lasciato per ultimo il parlare della bonifica vera e propria. Operazione così semplice, facile e banale da meritarsi pochissime righe. Poichè tutte le raffinerie del mondo producono melme acide come scarto di lavorazione, rivolgetevi ad una di loro e chiedete quanto vi fanno pagare per smaltire le melme acide dell’Ecolibarna assieme alle loro. Tutto qui. Anche una scimmia, purchè non rubi, sarebbe capace di farlo e non ritengo di meritarmi alcun applauso o ringraziamento per avere suggerito una cosa così elementare.

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