Press "Enter" to skip to content

L’idea di Bono (Fincantieri) per l’acciaio italiano e per l’ex Ilva

Genova – Giuseppe Bono a.d. di Fincantieri Spa (nella foto) ha un’idea in testa per rilanciare l’ex Ilva: una grande cordata industriale nazionale guidata da Fincantieri, disposta a entrare nel capitale di Acciaierie d’Italia al fianco di Invitalia per scalzare il socio privato straniero, iniettare liquidità e offrire all’ex Ilva una concreta possibilità di rimettersi in salute e tornare a fare il suo mestiere, ovvero garantire all’industria e alle infrastrutture italiane l’acciaio di cui hanno bisogno. Si tratta di un’idea nata in un incontro col direttore generale di Fincantieri Fabio Gallia e col presidente di Federacciai Alessandro Banzato, durante il quale lo stesso Bono ha illustrato il suo progetto che vedrebbe Fincantieri pronta a guidare una cordata di imprese italiane interessate a investire in Acciaierie d’Italia. Ciò perché l’industria metalmeccanica italiana e la rivoluzione infrastrutturale che il Pnrr promette hanno bisogno di una produzione siderurgica nazionale adeguata per quantità e qualità. Produzione che oggi l’Italia non raggiunge, nonostante le ottime performance degli elettrosiderurgici del Nord. Tra il 2012 e il 2020 il Paese è passato dall’importare 5 milioni di tonnellate di coils a importarne quasi 10 milioni. E il conflitto Russia-Ucraina è destinato a rendere ancora più instabili i rifornimenti. Un secondo incontro con Banzato ha un po’ raffreddato gli  entusiasmi di Bono che nei giorni scorsi è tornato alla carica grazie a un proficuo incontro con Piero Folgiero (nella foto a lato), ancora per poco a.d. di Maire Tecnimont, il gruppo milanese leader in ambito internazionale nella trasformazione delle risorse naturali (energia da rinnovabili) per un progetto rivoluzionario di rilancio del maggior gruppo siderurgico d’Europa grazie all’utilizzo delle energie rinnovabili. Secondo l’analisi di attendibili osservatori, il risultato della coabitazione tra Invitalia e ArcelorMittal è sotto gli occhi di tutti, per cui Acciaierie d’Italia (ex Ilva) è in perenne crisi di liquidità, la produzione non decolla nonostante gli annunci di risalita, i fornitori sono pagati a singhiozzo, i lavoratori subiscono una cassa integrazione non negoziata e nelle ultime settimane sono persino state sospese le forniture dei contratti sottoscritti dalle imprese della distribuzione. Per tutti questi motivi serve un progetto industriale che affranchi l’ex Ilva da Mittal. A questo proposito nelle stanze di Confindustria si mormora che Bono stia mettendo in piedi una cordata per offrire al governo una soluzione a un nodo che l’esecutivo fatica a sciogliere, dimostrando così che la sua riconferma poteva essere un buon investimento. D’altronde le sinergie tra Acciaierie d’Italia e Fincantieri e l’idea di Bono può veramente funzionare.

Comments are closed.