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Il Vaiolo delle scimmie colpisce anche l’uomo: primo caso in Italia

Individuata la prima infezione da vaiolo delle scimmie (monkeypox, MPV) in Italia. Colpito un giovane tornato dalle Canarie, ora ricoverato all’ospedale Spallanzani di Roma. Dopo i casi nel Regno Unito, in Spagna e in Portogallo, stanno arrivando le prime segnalazioni dagli Usa. Accertato un contagio anche in Svezia. L’Iss ha costituito una task force composta da esperti del settore “e ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare continuamente la situazione nazionale”, si legge in una nota dell’Istituto superiore di Sanità. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) riferisce che è in corso “una valutazione rapida del rischio” e “sarà pubblicata all’inizio della prossima settimana”. 
Altri due casi in Italia. Le ultime notizie e il rischio mutazione. Intanto la Spagna ha iniziato la corsa ai vaccini: secondo il quotidiano El Pais, il ministero della Sanità spagnolo è pronto a comprare migliaia di dosi di vaccino anti-vaiolo, presumibilmente con l’obiettivo di somministrarlo ai contatti stretti dei casi individuati finora. “Se nel paese sono disponibili vaccini contro il vaiolo, la vaccinazione dei contatti stretti ad alto rischio dovrebbe essere presa in considerazione dopo una valutazione del rapporto rischio-beneficio”, lo afferma l’Ecdc.

Roma – Il primo caso in Italia interessa un giovane adulto tornato dalle isole Canarie che si era presentato al Policlinico Umberto Primo. Il quadro clinico è risultato caratteristico e il virus è stato rapidamente identificato con tecniche molecolari e di sequenziamento genico dai campioni delle lesioni cutanee. La persona è ricoverata in isolamento in discrete condizioni generali. Sono in corso indagini epidemiologiche e il tracciamento dei contatti, altri due casi sospetti in fase di accertamento”. Lo spiega in una nota l’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma. Ad oggi ci sono 15 casi confermati in Europa: 9 nel Regno Unito, 5 in Portogallo e uno in Italia. In Spagna ci sono 8 casi sospetti. “È la prima volta che vengono segnalate catene di trasmissione in Europa senza collegamenti epidemiologici noti con l’Africa occidentale e centrale”, lo afferma il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc).
“L’uomo si infetta raramente con il vaiolo delle scimmie, e il virus si trasmette con difficoltà da uomo a uomo. Il contagio può avvenire per contatto diretto con le lesioni cutanee, con fluidi corporei ma anche con indumenti o biancheria contaminata. Nella fase acuta potrebbe anche trasmettersi attraverso droplet e pertanto sarebbe necessario un prolungato contatto faccia a faccia. Per questo motivo, ogni segnalazione nell’uomo si è riferita sempre a piccoli focolai auto-limitanti”, spiega Pier Luigi Lopalco.
Il vaiolo umano e il vaiolo delle scimmie sono “cugini”, ma “la vaccinazione contro il vaiolo che quelli della mia età hanno fatto da bambini – sostiene Lopalco – non è efficace nel prevenire la malattia”. Sebbene i vaccini contro il vaiolo non si usino su larga scala dal 1980, è ancora disponibile uno dal nome Imvanex. Il motivo per cui si produce ancora è legato ad un suo possibile utilizzo in “circostanze eccezionali”. Questo vaccino si è dimostrato efficace anche contro il MPV, per cui è indicato per coloro che possono essere esposti al virus per motivi professionali.
“Assolutamente no panico, ma massima attenzione”. Così la microbologa Maria Rita Gismondo invita a mantenere la calma, agendo però rapidamente. “Per ora si tratta di casi isolati – commenta la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano – Quindi sono casi che si possono assolutamente circoscrivere, visto che vengono correttamente segnalati. Possono e devono essere circoscritti ora”, esorta l’esperta.
Più cauto il virologo Fabrizio Pregliasco: l’aumento dei casi di vaiolo delle scimmie tra Europa e Usa “ovviamente è qualcosa che ci preoccupa”, dice.  “Al momento però è necessario solo procedere correttamente con segnalazioni tempestive e un’attenzione specifica nei laboratori” allertati sul tema. Nessun allarmismo, ma bisogna agire con tempestività. “Facciamo attenzione ai casi sospetti e attiviamo una rete nazionale di segnalazione come per le epatiti pediatriche” acute a eziologia sconosciuta, è l’invito del docente dell’università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Irccs
“Teniamo alto il livello di attenzione grazie alla nostra rete di sorveglianza europea e nazionale”. È quanto ha dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza a Berlino per la riunione dei ministri del G7. Speranza ha affermato di aver parlato del virus informalmente con la commissaria europea Stella Kyriakides e con gli altri ministri, e ha sottolineato che “verranno coinvolti Ecdc e Hera”.
“Più che il Covid, oggi dobbiamo cercare di metterci in sicurezza dal vaiolo delle scimmie. È molto più leggero di quello degli uomini per quanto riguarda i sintomi, si trasmette anche attraverso respiro, ma solo se si sta molto vicini”, afferma Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. “Nei prossimi giorni arriveremo a qualche migliaio di caso in Europa”, continua Bassetti, sottolineando che “non vanno commessi gli errori del passato”. “Dobbiamo essere tutti uniti tra Paesi europei, scambiandoci informazioni e monitorando eventuali focolai”, conclude il direttore.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) “continua a monitorare da vicino la situazione in rapida evoluzione”. Per ora, l’Oms “non raccomanda alcuna restrizione per i viaggi e gli scambi commerciali con il Regno Unito sulla base delle informazioni disponibili in questo momento”.

 

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