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Ora hanno scoperto che c’è la grandine: vergogna!

di Andrea Guenna – Ora c’è la grandine. Fino a ieri c’erano i cambiamenti climatici e l’aumento dell’anidride carbonica. Per quanto riguarda i cambiamenti climatici ho già ampiamente dimostrato che ci sono sempre stati e non è successo mai niente, mentre per quanto riguarda l’anidride carbonica, essendo cibo per le piante, invece di dare fuoco alle foreste (Amazzonia, Australia, Congo) sarebbe meglio piantare degli alberi. Tutto ciò quando gli uomini presentano programmi Tv in prima serata vestiti e truccati da donna e le donne vogliono essere padri. Appare chiaro che davanti a questo scempio morale e intellettuale noi ci preoccupiamo di ciò che non dovrebbe preoccupare affatto: il clima. I soliti pennivendoli terrorizzati dal solo pensiero di beccarsi una querela sporta da chi detiene questo marcio potere, ignorando che quella querela è una medaglia perché il frutto di una coraggiosa denuncia di quello che non va a danno di tutti, preferiscono mettersi in fila per scrivere le sciocchezze messe in giro proprio da chi vuole continuare a fare soldi grazie a chi, invece di denunciarli e mandarli in collegio, scrive quello che quei lestofanti vogliono per continuare a rubare in santa pace. Diceva Falcone che chi vive da pecora muore un po’ tutti i giorni mentre chi vive da leone muore una volta soltanto. Ebbene, ai leoni che mi leggono – e per fortuna sono tanti – dico di non preoccuparsi perché la grandine c’è da sempre, essendo addirittura ricordata come una delle Piaghe d’Egitto (Esodo 9 – 2, 13 – 35): “Ancora ti opponi al mio popolo e non lo lasci partire! Ecco, io faccio cadere domani a questa stessa ora una grandine violentissima come non c’era mai stata in Egitto dal giorno della sua fondazione fino ad oggi. Manda dunque fin d’ora a mettere al riparo il tuo bestiame e quanto hai in campagna. Su tutti gli uomini e su tutti gli animali che si trovano in campagna e che non saranno ricondotti in casa, scenderà la grandine ed essi moriranno. Chi tra i ministri del faraone temeva il Signore fece ricoverare nella casa i suoi schiavi e il suo bestiame; chi invece non diede retta alla parola del Signore lasciò schiavi e bestiame in campagna. Il Signore disse a Mosè: Stendi la mano verso il cielo: vi sia grandine in tutto il paese di Egitto, sugli uomini, sulle bestie e su tutte le erbe dei campi nel paese di Egitto! Mosè stese il bastone verso il cielo e il Signore mandò tuoni e grandine; un fuoco guizzò sul paese e il Signore fece piovere grandine su tutto il paese d’Egitto. Ci furono grandine e folgori in mezzo alla grandine: grandinata così violenta non vi era mai stata in tutto il paese d’Egitto, dal tempo in cui era diventato nazione! La grandine colpì, in tutto il paese d’Egitto, quanto era nella campagna: uomini e bestie; la grandine colpì anche tutta l’erba della campagna e schiantò tutti gli alberi della campagna. Soltanto nel paese di Gosen, dove stavano gli Israeliti, non vi fu grandine. Allora il faraone mandò a chiamare Mosè e Aronne e disse loro: Questa volta ho peccato: il Signore ha ragione; io e il mio popolo siamo colpevoli. Pregate il Signore: basta con i tuoni e la grandine! Vi lascerò partire e non resterete qui più oltre. Mosè gli rispose: Quando sarò uscito dalla città, stenderò le mani verso il Signore: i tuoni cesseranno e non vi sarà più grandine, perché tu sappia che la terra è del Signore. Ma quanto a te e ai tuoi ministri, io so che ancora non temerete il Signore Dio. Ora il lino e l’orzo erano stati colpiti, perché l’orzo era in spiga e il lino in fiore; ma il grano e la spelta non erano stati colpiti, perché tardivi. Mosè si allontanò dal faraone e dalla città; stese allora le mani verso il Signore: i tuoni e la grandine cessarono e la pioggia non si rovesciò più sulla terra. Il faraone vide che la pioggia era cessata, come anche la grandine e i tuoni, e allora continuò a peccare e si ostinò, insieme con i suoi ministri. Il cuore del faraone si ostinò ed egli non lasciò partire gli Israeliti, come aveva predetto il Signore per mezzo di Mosè”.
Cari climatologi catastrofisti e prezzolati, e cari pennivendoli illetterati, sappiate che in ogni cosa c’è un limite e col clima quel limite state oltrepassando.
I problemi sono altri e non denunciarli è una vergogna. Non è da giornalisti ma da vigliacchi pennivendoli.
Ah, dimenticavo, “alessandrino” inteso come area geografica indefinita, si scrive con la “a” minuscola.
Così, per la precisione.

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