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Una città a pezzi nelle mani di una bella signora che metterà a posto i conti

Alessandria (Andrea Guenna) – Come volevasi dimostrare – ça va sans dire – ancora una volta avevamo ragione noi. Quando tutti inneggiavano al centrodestra e brindavano in anticipo alla vittoria, noi di Alessandria Oggi, analizzando la situazione, la caratura dei personaggi in ballo e i soldi che non ci sono, eravamo propensi a indicare nella sinistra la nuova vincitrice delle amministrative alessandrine. Naturalmente i soliti mandrogni “scienzapertutti” allievi del Baleta, con inascoltabile erre moscia tipica di un gargarisma (vedere vignetta a lato) dicevano il contrario fino a quando le cose non ci hanno dato ragione – come sempre – e al governo della nostra città è salita la sinistra. Che ora deve mettere ordine ai bilanci perchè Cuttica di Revigliasco è certamente uomo di cultura e un amico di buon carattere, ma non sa far di conto. E arriva  una bella valchiria, esperta in bilanci e col polso di ferro. Un po’ come il cavalier Francesco Guenna, fondatore della Banca Novese Agricola Cooperativa, poi confluita nell’omologa Banca Popolare di Novara, il quale a chi gli chiedeva l’aumento, con einaudiana fermezza rispondeva: “Chiedetemi il sangue ma non più soldi”. E mentre il compagno Abonante, essendo a corto di argomenti tecnici, come tutti i trinariciuti che preferiscono campare a slogan, inneggia alla partecipazione il che, di questi tempi, è un ossimoro, in quanto lucida pazzia, la bella bionda che sa far di conto pare sia già al lavoro per cercare il bandolo di una matassa che, in qualunque modo la giri, dà sempre lo stesso risultato da rosso pompeiano. E se la partecipazione è stato il segreto della vittoria della sinistra, ricordiamo sommessamente che lorsignori, secondo logica, non sarebbero legittimati ad amministrare neppure un flipper perché eletti da una sparuta minoranza di alessandrini che non contano un cazzo. Infatti se gli elettori ad Alessandria sono 73.657, essendo andati a votare al primo turno 32.834 elettori, significa che erano il 44,57% per cui, in una civiltà degna di questo nome, le elezioni sarebbero state invalidate per mancanza di quorum dei votanti (50%+1) come è previsto – per esempio – per i referendum. Quindi, in una civiltà degna di questo nome, già al primo turno si dovevano chiudere baracca e burattini e tutti a casa in attesa di un prefetto che gestisse – certamente al meglio – la nostra comunità per cinque anni. Ma il peggio doveva ancora venire perché al ballottaggio è andata a votare una pattuglia di 26.815 beduini appartenenti in gran parte alle truppe cammellate della sinistra che ha vinto. Ma attenzione, ha vinto la coppa del nonno in quanto ha racimolato 14.590 voti pari al 19,8% dei votanti. E col 19,8% dei votanti voi, cari compagni trinariciuti attaccati alla poltrona avete il coraggio di amministrare Alessandria nonostante che otto alessandrini su dieci non vi considerino per niente? E poi c’è il buon Abonante che è pur una brava persona, ma ineluttabilmente tarato, non per colpa sua, da un’ideologia fallimentare, fancazzista, sindacalizzata (cioè della serie: vai avanti tu che a me viene da ridere), che non è neanche quella degli operai, ma esclusivo appannaggio di insopportabili salotti snob di sinistra dove non lavora nessuno e tutti hanno un soprannome chic, come Pucci, Cicci, Fabry, Tony, Genny, che non si allontanano mai dal cane Giovanni che, a forza di ingurgitare biscottini in salotto, è 50 chili. E Allora che dire? Facciamo un augurio a una persona seria come la dottoressa Antonella Perrone che, oltre che essere una bella donna, sa il fatto suo, per cui noi alessandrini non mandrogni affidiamo con fiducia a lei le sorti di questa povera città, piena di saccenti con l’erre moscia che l’hanno rovinata. Ma forse, non essendoci più il Baleta, la salvezza è ancora possibile.
Può darsi, non capisco ma mi adeguo, chissà chi lo sa, vai avanti tu che a me vien da ridere, staremo a vedere, non si sa mai, io speriamo che me la cavo, non so se è vero ma è giusto, fin che la barca va, nel dubbio farò qualcosa, chissà com’è la vita a colori, vedremo…

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