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Ormai in Piemonte oltre la metà dei medici si rifiuta di praticare l’aborto

Torino – La metà dei medici piemontesi si rifiuta di praticare l’aborto, percentuale che sta salendo fortemente secondo i sondaggi che registrano ormai un buon 90% dei medici obiettori di coscienza. Su scala nazionale la percentuale è attualmente del 46,54% ma è in fortissima crescita. Esistono dei caso limite come a Novara dove, già oggi, ben oltre il 90% dei medici non eseguono interruzioni di gravidanza ( 90,91%), mentre solo nell’azienda ospedaliera universitaria novarese Maggiore della Carità la percentuale è dell’ 80,95%, cioè 17 medici su 21.
A scattare la fotografia della situazione è un’indagine, svolta attraverso un accesso agli atti, del vicepresidente della commissione regionale Sanità, Domenico Rossi. Secondo i dati forniti dalla direzione regionale della Sanità, percentuali molto alte si riscontrano anche nei presidi ospedalieri di Novi- Tortona e Casale- Acqui, dove rispettivamente si raggiungono il 77,78% e il 75%. Stessa situazione a Rivoli e Susa, dove la percentuale degli obiettori arriva al 75%, mentre il quadro ha dimensioni più contenute a Torino, dove i numeri più rilevanti sono quelli dell’ospedale Maria Vittoria che registra il 68,75% di obiettori (11 su 16), seguito dalla Città della Salute dove il 60% dei medici specializzati ha detto no all’aborto (48 su 60), e dal Mauriziano dove lo sono 6 su 15. Al Martini, invece, la quota scende al 33%. Si rialza a Pinerolo, col 60%, seguita da Chieri col 55,56%, mentre a Ivrea si raggiunge il 44,44%. Sono 3 su 8 a Chivasso, e 5 su 16 a Moncalieri.
Opposta la situazione ad Alessandria, ma anche al San Luigi di Orbassano: non ci sono obiettori tra i medici in servizio, e bassa è anche la percentuale a Cuneo, ( Santa Croce e Carle) con 3 su 16 (18,75%). In Italia la legge 194 è finita nel mirino di Fratelli d’Italia, come dimostrano le prese di posizione pro life dell’assessore Maurizio Marrone in Piemonte. Sono numeri “impressionanti” secondo il consigliere regionale Marco Grimaldi (Leu) che significano una negazione di fatto della legge 194. “Abbiamo accolto con orrore – dice Grimaldi al cronista – la sentenza della Corte Suprema Usa, ma la campagna che le destre hanno condotto con violenza oltreoceano fino a questo punto è la stessa che in Italia è diventata sempre più feroce. Bisogna reagire, la Regione ha il dovere di applicare la legge e le sue stesse deliberazioni”.

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