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Altro che emergenza idrica per il clima, dalle tubature si disperde metà dell’acqua potabile

Alessandria (Piero Evaristo Giacobone) – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo e, mio malgrado, devo tornare a scrivere sul problema idrico. Altro che cambiamenti climatici, siccità da record ed altre amenità del genere. Da 350.000 anni il clima è sempre cambiato, ma non era mai successo che fossimo ridotti così, almeno dai tempi in cui San Benito Martire da Predappio nella seconda metà degli anni trenta diede l’acqua al Sud con l’acquedotto pugliese, per il quale, a testimonianza della grandezza dell’Italia, in quei tempi all’avanguardia in molti settori, dalle telecomunicazioni, al nucleare, all’idraulica, volle la costruzione della cascata monumentale (nella foto). Il problema oggi è la mancanza di manutenzione perché i politici e i tecnici degli enti pubblici rubano e ora, per non essere sbattuti in galera, danno la colpa al clima. E si parla di un piano da quasi mezzo miliardo di euro (?) da investire entro il 2026 per ridurre le perdite idriche in Piemonte. La dispersione idrica è generalizzata, ma il dato peggiore riguarda proprio la provincia di Alessandria per cui le perdite idriche si stimano intorno al 46%. Negli altri cinque Ato del Piemonte, complessivamente, la perdita è di circa il 33%, uno dei migliori dati a livello nazionale, mentre per il Nord Ovest la media si attesta sul 31%. I dati sono emersi durante il recente incontro in Regione con i rappresentanti degli enti locali dall’assessore regionale all’Ambiente e coordinatore del Tavolo regionale per l’emergenza idrica, Matteo Marnati. Già stanziati 70.000 euro, di cui 40.000 per la provincia di Alessandria, proprio perché sulle reti di questo territorio si rilevano le maggiori perdite e si dovranno realizzare interventi correttivi entro quattro anni.
Intanto si viene a sapere che sono ben 80 i Comuni della nostra provincia con restrizioni sull’utilizzo dell’acqua potabile ai residenti.
E io pago.

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