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DISASTRO TORTONA: la “città” dei preti che giocano a pallacanestro

Tortona (Maria Ferrari) – “Alla pallacanestro pensiamo noi – sembrano dire certi preti – voi politici pensate al resto”. E il resto a Tortona è bassa cucina che può diventare perfino indigesta, con la ‘Ndrangheta che – per gli  007 della Dia – detta i tempi e il modo di campare dei residenti convinti di essere milanesi salvo poi accorgersi di stare a Tortona, una città – si fa per dire – che conta a malapena 27.000 abitanti, grande come un rione del quartiere Lorenteggio di Milano.
Devi andare dal dentista? Si va a Milano.
Devi comprare un vestito? Si va a Milano.
Il figlio deve andare all’Università? Ci si iscrive a Milano, possibilmente alla Cattolica per non irritare il Vescovo che a Tortona conta più del sindaco.
Risultato è che a Tortona tutto – o quasi – è provinciale, ristretto, mentalmente gretto. Basta guardare come vanno vestiti molti tortonesi, sembrano quelli di Acqui Terme, impomatati e sorridenti anche se disperati e nullafacenti, ma almeno, a Tortona come ad Acqui, il Vescovo è contento delle apparenze che per i preti è quello che conta. Poi fa niente se si dà fuoco a una donna che litigava per incassare l’affitto, si strozza il marito dopo averlo addormentato col sonnifero, o un grosso commerciante arrotonda da sempre – e tutti lo sanno – collo spaccio di bamba.
Fa niente.
Come fa niente se, nonostante che, coi soldi di Gavio, a Tortona ci sia una squadra di pallacanestro in Serie A, non ci sia un campo di basket degno di questo nome. Anzi no, c’è, ce l’hanno i preti.
C’è chi non ne può più per cui, in forza di questa situazione kafkiana, sono state raccolte ben 700 firme raccolte (un’enormità per un paesotto come Tortona) grazie al consigliere comunale Federico Mattirolo (nella foto a lato) proprio sul problema della mancanza di campi da pallacanestro in città. Il sindaco Chiodi: “Gli spazi ci sono, ad esempio negli oratori e nel rione Oasi”. Appunto, negli oratori. Ma Federico Mattirolo, consigliere di Progetto Tortona, non ci sta e chiede – secondo chi scrive, giustamente – l’apertura al pubblico e la manutenzione del campo da basket della scuola di corso Garibaldi. Intanto la squadra del Derthona Basket finanziata dai Gavio deve giocare a Casale Monferrato in attesa del tanto strombazzato mega palazzetto che nascerà grazie proprio al Derthona Basket, alias Bertram Derthona.
Fin che c’è il vescovo c’è speranza.
Ah, a proposito: signor Vescovo qual è il Padrenostro da recitare, quello che ci ha insegnato Gesù Cristo o quello del signor Bergoglio?

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