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Lo scandalo dell’ospedale di Alessandria: il “Magna Magna” della Mafia Politica Piemontese, una vergogna insopportabile, una schifezza intollerabile

Alessandria (Andrea Guenna) – Sono quasi dieci anni che ci battiamo contro la realizzazione del nuovo ospedale di Alessandria che costerà una barcata di soldi buttati via. Una volta combattevo con l’amico fraterno Guido Manzone che ci ha lasciati nel 2016 e sono rimasto da solo. Mi regge sul fronte la rabbia nel vedere quelli che dovrebbero fare gli interessi della gente – perché sono stati eletti per questo – fare invece gli interessi propri e delle lobbies del mattone (per non dire altro). Mi riferisco ai politici che candidamente, mentendo spudoratamente sapendo di mentire, caldeggiano il nuovo ospedale di Alessandria di cui non c’è bisogno. Piuttosto c’è bisogno di medici e infermieri. Lo fanno perché hanno firmato delle cambiali milionarie, politiche ed economiche, e l’ospedale è una di queste. Lascio spazio all’amico fraterno e mai dimenticato Guido Manzone per ribadire i concetti di allora che sono quelli di oggi. Nell’immagine a destra in basso c’è un fotomontaggio che rappresenta quello che per noi, con una spesa cento volte inferiore, potrebbe essere il nuovo ospedale.
Più di così noi cronisti non possiamo fare – veramente – e speriamo che i magistrati finalmente si accorgano (ma sono scemi o li fanno?) di quello che succede e prendano le iniziative giuste per difendere la dignità della gente. I loro soldi e la loro salute.

di Guido Manzone – 5 aprile 2013: “L’ospedale va bene dov’è, basta tangenti a scapito del bene comune”
Spinti da inestinguibile voracità sono nuovamente al lavoro i costruttori di macerie. Non essendo bastata l’illegale distruzione degli ottimi ponti della Cittadella e del Sanatorio, che non erano assolutamente da abbattere, ora vogliono trasferire l’ospedale civile, unica cosa che ad Alessandria funziona molto bene, che non è da trasferire. E vogliono farlo senza avere nemmeno i soldi per finanziare l’operazione. Ma l’essere impuniti nel loro nefando agire li fa credere furbi, inducendoli a confondere corruzione con intelligenza. Con la cupa pazienza dell’avvoltoio aspettano il momento opportuno agitando con le loro indegne zampe le nobili bandiere della salute e della vita dell’uomo, sotto la cui ombra si cerca di celare l’indegna intrapresa. Ma il male non può essere gestito da soli. Il farlo necessita della complicità delle vittime persuase, con false parole, ad agire in modo contrario al loro bene. Una città non è la somma di individui, ma una comunità che si riconosce in un insieme di valori condivisi. Sono proprio questi valori che occorre stravolgere e prostituire per piegare i molti al vantaggio di pochi. Questo agire spiega come, in regime democratico, la gestione del male sia divenuta sempre più costosa, privilegiando i grandi lavori che permettono grandi tangenti. Non è un caso che in questo periodo di crisi, gli appartenenti alla destra e alla sinistra piemontesi, come branchi di lupi affamati, si siano lanciati sugli ospedali con proposte contrarie agli interessi comuni. […] E così la nostra regione finirebbe come gli Stati Uniti in cui gli appartenenti alle classi meno abbienti non sono curati. Situazione deprecabile contro cui giustamente si batte da anni l’attuale presidente Obama, onde porre fine al fatto che gli abitanti degli USA, proprio per mancanza di cure, vivano mediamente alcuni anni meno di quelli di paesi come l’Italia. In compenso gli appartenenti alla sinistra alessandrina se da un lato si oppongono all’infame proposta, dall’altro si stanno già scannando per l’ipotetica localizzazione del futuro ospedale cittadino. C’è chi vuole metterlo al Cristo in tenuta Taverna, c’è chi lo vuole al Borsalino (giro ex socialista) e c’è invece chi lo vuole ad Alessandria 2000 (Rossa, ex PCI). Altri lo vogliono all’aeroporto. Si tratta di proposte assolutamente demenziali anche dal punto di vista urbanistico. Il Cristo è fuori baricentro e difficilmente raggiungibile sia per i pazienti che per il personale, e soggetto a continui intasamenti di traffico. Le altre tre sorgono in aree golenali con tutte le conseguenze del caso.
L’attuale ospedale di Alessandria sta benissimo dov’è (a destra un’ipotesi di ristrutturazione con l’unione del vecchio blocco all’attuale tramite un ponte – n.d.e.). È ottimamente posizionato da un punto di vista urbanistico e, trovandosi sulla circonvallazione, è nell’area più facilmente raggiungibile dell’intera città. A fianco c’è il gigantesco edificio vuoto dell’ex ospedale psichiatrico con vastissimi cortili e lasciato dolosamente inutilizzato proprio allo scopo di creare disservizi, con cui giustificare il trasferimento del vicino ospedale. Inoltre confinante, subito al di là della circonvallazione, vi è l’enorme estensione dei cosiddetti Orti del manicomio, in cui sarebbe possibile creare un gratuito posteggio riservato sia ai dipendenti che ai pazienti. Poiché è profondamente errato aspettare che la casa bruci prima di intervenire, chiediamo a tutti i cittadini di muoversi per impedire il truffaldino trasferimento dell’ospedale civile di Alessandria. Chiediamo pure che si tuteli con ogni mezzo quello che oggi è l’unico e solo orgoglio della città utilizzando per suoi eventuali ampliamenti ciò che già gli appartiene e nel contempo non solo si impediscano i tentativi di privatizzazioni regionali, ma si richieda alla Regione di saldare al più presto i suoi debiti con le nostre strutture sanitarie evitando sprechi di prestigio, come l’inutile e costosissimo grattacielo della Regione, questo sì da vendersi al più presto ai privati, essendo questa l’unica ed auspicabile forma di privatizzazione”.

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