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Nel treno d’una volta tra i boschi del Monferrato: il 2 ottobre l’inaugurazione della Asti-Chivasso

Asti – Mentre ad Alessandria si dorme ascoltando le tiritere di saccenti pensionati da sempre nullafacenti (e io pago) che si dilettano a parlare di tutto in ogni conferenza possibile, anche di treni, in Piemonte – meno che qui da noi – ritornano le linee storiche volute da San Camillo Benso di Cavour a metà ottocento. Dopo la recuperata Casale – Mortara, finalmente torna a nuova vita anche la Asti-Chivasso, riattivata grazie alla volontà di tanti cittadini e amministratori del Monferrato oltre che alla Fondazione Fs Italiane. Ideata nel lontano 1852, progettata nel 1892, la Asti-Chivasso ha subito la stessa sorte di altre linee storiche piemontesi, dimenticate e abbandonate alla ruggine e al degrado. Questa è la 12° linea abbandonata e riattivata nell’ambito del progetto “binari senza tempo”. Si tratta d’una linea molto bella che attraversa per 51 chilometri il cuore del Basso Monferrato, nobilitata da paesaggi mozzafiato e da splendide stazioncine progettate nell’ottocento dall’ingegner Sutter completamente restaurate, come quelle di Montiglio-Murisengo, Brozolo e Cavagnolo-Brusasco. Il 2 ottobre la tratta sarà riaperta al traffico con un bellissimo treno d’epoca a vapore, dimostrando, fra l’altro, di essere perfettamente in grado di portare in sicurezza i turisti nei numerosi borghi attraversati, grazie ai treni storici della Fondazione FS.
Come dire: si unisce l’utile al dilettevole.
Speriamo che i treni siano anche in orario.

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