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‘Ndrangheta, una macchia d’olio che in silenzio si allarga in tutto il Piemonte

Asti (dal Comitato Scientifico, Osservatorio Provinciale, Antimafia Asti) – Lo scorso 21 ottobre, ad Asti, si è concluso, con diverse condanne, il processo sul «locale» di ‘ndrangheta scoperto nella vicina Bra, anche grazie alle rivelazioni di un collaboratore di giustizia che, nel 2016, ha deciso di svelare quanto accadeva nel piccolo centro del Roero. In attesa di conoscere i dettagli della sentenza, si può evidenziare come i Pm della Dda di Torino abbiano ritenuto che il gruppo oggetto di indagine, incentrato sui membri di una famiglia calabrese insediatisi in loco negli anni ‘80, avesse le caratteristiche tipiche della mafiosità.
Segnalata, inoltre, una effettiva capacità di infiltrazione e condizionamento in grado di avvicinare e dialogare – in posizione di forza – con esponenti politici di primo piano dell’amministrazione braidese, oltre alla pretesa di “favori” in cambio della promessa di procurare voti. Infine, un’attività finalizzata ad acquisire il controllo di concessioni amministrative nonché assicurare il monopolio per i soggetti amici, nel settore ortofrutticolo, anche con intimidazioni verso altri commercianti.
L’inchiesta ha, altresì, appurato i costanti contatti con uno ‘ndranghetista di vertice della “Locale” di Asti, già condannato nei processi “Albachiara” e “Barbarossa”.
Tutto ciò conferma i segnali di allarme dell’Osservatorio provinciale antimafia su tale fenomeno, sempre più esteso nel Basso Piemonte e silenziosamente invasivo. Forse è tempo che l’attenzione generale della nostra comunità salga definitivamente di livello.

 

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