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Cartelli stradali in dialetto: la Regione approva

Torino (Giulia Giraudo) – L’Italia, come amava ripetere Giuseppe Prezzolini, è provvisoria, in quanto nata da un referendum Monarchia-Repubblica del 1946 che non ha convinto nessuno in quanto alla fine dei conteggi erano di più i voti dei votanti (?). Un referendum che diede vita a una Repubblica da operetta con Enrico De Nicola capo provvisorio di un’Italia provvisoria dove da ben 76 anni non funziona quasi niente. Ieri, a riprova che qui da noi la gestione della Cosa Pubblica è lasciata in mano a dei dilettanti, in Regione Piemonte è stato deciso che si può usare il dialetto piemontese a teatro e nei luoghi di cultura, sui cartelli per le località turistiche, e persino a scuola, grazie a un accordo con l’Ufficio scolastico regionale per promuovere attività extra-curricolari e facoltative di insegnamento del piemontese, scritto e parlato, oltre a borse di studio per tesi di laurea sul patrimonio e le tradizioni dialettali. Siamo impazziti, forse è colpa del Covid che oltre ai polmoni ha colpito anche i cervelli. La trovata è stata promossa dal leghista Andrea Cane per il Piemonte, pronto a mettere in campo una serie di attività per promuovere la diffusione delle lingue e dei dialetti storicamente parlati nella Regione: quelle occitana, franco- provenzale e walser, il lombardo, il ligure e il piemontese strettamente inteso. La Regione ha deciso di promuovere attività “culturali” e spettacoli in piemontese e saranno in dialetto i cartelli con le indicazioni turistiche, come già avviene in alcuni comuni a guida leghista, come ad esempio a Novara, dove la toponomastica in doppia lingua è realtà da tempo, ma non quelli con le indicazioni stradali, che erano previsti nella prima versione della legge, poi modificata con un emendamento presentato dal centrosinistra. Contrari alla legge regionale sono stati i consiglieri del Pd Sarno, Rossi, Gallo, Chiamparino e Salizzoni, Accossato di Luv e Frediani del Movimento 4 ottobre, mentre gli altri consiglieri di opposizione si sono astenuti. Favorevoli Lega, Fdi e Fi. Se ci è consentito un parere, ci dichiariamo contrari a una legge che ci porta indietro di 161 anni, per cui il Risorgimento non è servito a niente.

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