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Sul Soggiorno Borsalino pubblichiamo una rettifica e rispondiamo volentieri

Alessandria (Red) – Riceviamo dallo Studio Associato Avvocato Dal Piaz di Torino una cortese e dotta richiesta di rettifica di alcune notizie da noi pubblicate recentemente relative alla vicenda Ipab Soggiorno Borsalino, ai sensi dell’art. 8 nella Legge n° 47/1948, che riportiamo per intero di seguito.
Siamo oltre modo lieti dell’attenzione a noi dedicata, poveri cronisti di provincia, da parte di uno Studio tanto illustre e ringraziamo per alcune precisazioni che ci vengono fatte in merito alle nostre poche righe dedicate alla storia recente dell’Ipab.
Non abbiamo difficoltà a prendere atto che nei confronti della gara di concessione del Presidio a Privati ci sia ad oggi un solo ricorso al TAR (e non due): quello della Ditta esclusa dalla gara. Prendiamo inoltre atto che nella delibera da noi citata di proroga per passato appalto quinquennale al 31.01.2023 è citato il raggruppamento di imprese aggiudicatario: ci è senza dubbio sfuggito e ce ne dispiace (o forse abbiamo preferito non citarlo proprio per rispetto della riservatezza della procedura di gara che, come afferma lo stesso Studio Dal Piaz, è ancora in corso.)
In quanto al termine usato da noi tra parentesi (“sono dei fenomeni”) attribuito genericamente all’Ipab Borsalino, si afferma che tale aggettivo è lesivo della dignità dell’Ente (o forse dei suoi Amministratori). Ci dispiace molto per aver leso la sensibilità di qualcuno ma il termine “fenomeno” è derivante dal greco antico e significa letteralmente “oggetto di meraviglia e ammirazione” e non vediamo proprio la sua natura offensiva, ma comunque ci scusiamo a priori.
Più che altro ci interessa il fatto che, a parte queste giuste marginali osservazioni, lo Studio Dal Piaz non ci chiede di rettificare la sostanza del nostro articolo e del nostro lavoro (faticoso) di giornalisti, in una vicenda che riteniamo interessi molto la città:

  1. il fatto che la procedura di una gara così importante sia comunque ancora in corso, oltre la scadenza dei termini di quella precedente;
  2. il fatto che l’Ipab Borsalino resti Ipab e non si possa trasformare in Fondazione o altro, come previsto dalla legge che portava a termine tutte le Ipab, perché aggravata da molti debiti;
  3. la presenza dei debiti stessi e di decreti ingiuntivi da parte dei Fornitori (Punto Service, la cooperativa che attualmente gestisce il servizio nelle RSA) per mancati pagamenti.

Come diceva un maestro del giornalismo, una rettifica è una notizia data due volte e noi garantiamo ai nostri lettori che continueremo a seguire questa vicenda, preoccupati che la nostra Casa di Riposo più importante non faccia la fine di altre Case di Riposo, che tragicamente hanno chiuso i battenti (Asti), lasciando Ospiti, lavoratori e famiglie nei pasticci.
Ora siamo in periodo festivo e ci riposiamo, ma a gennaio riprenderemo l’inchiesta sul Borsalino.
Un’ultima cosa. il direttore Guenna ci ha chiesto di precisare che, non essendo laureato, non è dottore.

Nella foto, il presidente dell’Ipab Borsalino Dottore Antonio Maconi

Ecco la lettera degli avvocati (ma quanti sono!)

 

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