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Cospito nel carcere di Opera ma il 41 bis non si tocca

Roma (askanews) – L’anarchico Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41 bis, da ottobre in sciopero della fame per protesta contro il carcere duro a cui è sottoposto, è stato trasferito dal carcere di Sassari al carcere milanese di Opera. “Come ministro della giustizia è necessario fare una breve sintesi della posizione di Cospito. Come spesso accade, molto spesso, è stata fatta confusione. È materia dannatamente complicata. In cui sono intervenute diverse decisioni”, ha detto il ministro della giustizia, Carlo Nordio, nella conferenza stampa indetta a Palazzo Chigi sul caso Cospito. “La sua situazione è bivalente. Cospito – ha spiegato – si trova nella situazione di esecuzione della pena. Deve scontare 30 anni. La condanna è stata impugnata dal procuratore generale di Torino ritenendo che il reato da contestare fosse il reato di strage. Sono due tipi di contestazioni. Quella prevista dall’articolo 285 del codice penale, che prevede l’ergastolo anche se non ci sono vittime. La Cassazione ha cassato la sentenza d’appello e il processo è stato sospeso perché il giudice ha ritenuto che ci fosse un conflitto di costituzionalità e quindi è stato mandato alla Consulta. Tutto questo motiva il 41 bis applicato a Cospito”.
Poi “il tribunale di sorveglianza ha respinto il ricorso di Cospito, con una motivazione molto complessa e diversi riferimenti giurisprudenziali”. Ma “contro questa decisione è stato fatto ricorso in Cassazione. L’udienza si terrà a marzo. La magistratura è sovrana. Il ministero non può minimamente intervenire. Banale dire che dobbiamo aspettare la decisione dei giudici della Cassazione”.
Dall’altro lato il ministro ha ribadito la linea: “Ribadiamo l’assoluta linea della fermezza contro le intimidazioni”, ha sottolineato Nordio, aggiungendo. “Tutto questo è problema diverso dalla tutela della salute del detenuto che per noi è principio inderogabile – ha detto il guardasigilli – Di fronte ad un piccolo cenno di peggioramento delle condizioni di salute nella struttura più idonea in assoluto a conciliare il 41bis con la assistenza sanitaria. Il carcere di Opera è una eccellenza. La salute di Cospito è garantita. Non è assolutamente un cedimento di fronte alle intimidazioni. Una cosa è l’espiazione della pena, la tutela della sicurezza pubblica e altra cosa la salute del detenuto”.
“Di fronte alla violenza non si tratta”, ha ribadito il ministro della giustizia, Carlo Nordio, nel corso della conferenza stampa sul caso di Alfredo Cospito.
“Qualsiasi decisione sulla parte che ci compete non può essere adottata se non riceviamo i pareri delle diverse autorità giudiziarie – ha spiegato il guardasigilli – Capire se sono o meno vincolanti è altro aspetto”. Comunque “questa ondata di violenze e gesti intimidatori costituiscono la prova che alcuni legami” di Cospito non sono stati recisi. Comunque “è impensabile che lo Stato ceda di fronte a proteste o scioperi della fame”, ha ribadito il ministro della giustizia, Carlo Nordio, rispondendo ai cronisti. Il guardasigilli ha sottolineato che “l’attenzione e la cura al detenuto sono assicurate dalla migliore struttura. Vi è un monitoraggio continuo. Nello specifico dei trattamenti, questo è compito dei medici”. Ma “la nostra linea politica è di una fermezza assoluta sulle forme di intimidazioni”, ha ribadito Nordio. “In questo momento storico il 41 bis è indispensabile e necessario mantenerlo – ha spiegato – ci sono tutte le pronunce che legittimano il mantenimento di questa situazione, se un domani le cose cambiassero cambierebbero anche le leggi”.
“In questo momento storico il 41 bis è indispensabile” – ha inoltre aggiunto il ministro della giustizia, Carlo Nordio, rispondendo ad una domanda in conferenza stampa – “se un domani le cose cambiassero, cambierebbero anche le leggi. In questo momento il 41bis non può esser messo in discussione”.
“Per Cospito ieri è stato deciso il trasferimento al carcere di Opera per garantire la sicurezza sanitaria del detenuto, ma questo non ha cambiato il regime carcerario del detenuto”, ha sottolineato anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani nel corso della conferenza stampa con il ministro della Giustizia Nordio e il ministro dell’Interno Piantedosi.
“Ieri con i ministri Piantedosi e Nordio abbiamo riferito al Consiglio dei ministri sulla vicenda Cospito e su quella che riguarda gli attacchi dei movimenti anarchici in Italia e all’estero contro le sedi e il personale diplomatico italiano. Abbiamo confermato la volontà di non scendere a patti con chi usa la minaccia e la violenza come strumento di lotta politica. Auspico che tutte le forze politiche sostengano l’azione del governo contro la violenza organizzata contro lo stato, contro l’autorità e le sedi diplomatiche in giro per il mondo”, ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, avvertendo che “è stato innalzato il livello di sicurezza per tutte le sedi della rete diplomatico consolare italiana e per il palazzo della Farnesina a Roma. Lo Stato non si piega alle minacce di violenti a qualsiasi gruppo siano appartenenti. Lo Stato reagisce con la forza della legge alla violenza di chi ha attaccato beni privati o pubblici e persone.
È stata orchestrata una campagna internazionale anarchica contro lo Stato italiano e contro beni anche privati”.
“Si è registrato dall’inizio di dicembre un crescendo di attacchi terroristici o solo dimostrativi contro il personale dello stato, è odioso, perché sono servitori dello stato minacciati e ci sono stati attentati contro sedi o edifici della repubblica che sono territorio italiano all’estero, è un attacco contro lo stato italiano”, ha aggiunto. Così “per tutte le ambasciate abbiamo chiesto un aumento dei controlli da parte dei Paesi dove si trovano” e “sono state innalzate le misure di sicurezza in tutta la rete diplomatica e consolare, abbiamo rafforzato tutto il sistema difensivo con un incremento del contingente dei carabinieri all’estero” e “sono state mobilitate anche le unità di polizia e guardia di finanza presenti”.

 

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