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L’uranio impoverito e l'”Escalation Nucleare” della guerra

di Giusto Buroni – Anche la reputazione del Povero Uranio (Uranio Impoverito-Impoverished Uranium) merita di essere difesa, in attesa che, dopo l’uso sconsiderato in tutte le guerre “Americane” (dalla “Guerra del Golfo” a quella in Ucraina), abbia anch’esso il suo momento di gloria come “combustibile principale”, e inizialmente quasi gratuito, nelle Centrali Elettronucleari (Civili) future, progettate per funzionare con reattori nucleari veloci e autofertilizzanti. L’ultima (ingenua, ma ritenuta affidabile) maldicenza sull’Uranio Impoverito riguarda la possibile fornitura dal Regno Unito all’Ucraina di proiettili fatti di quel metallo, evocando in certi media, che non aspettavano altro, l'”attacco nucleare della NATO alla Russia” . Anzitutto si dovrebbe dire “fatti CON quel metallo”, data la quantità di componenti che formano il sofisticato proiettile. In Italia la notizia ha scatenato una polemica violenta basata solo sulla parola “Uranio” che da noi, come la parola “Nucleare”, da sempre evoca l’escalation verso l’ormai inevitabile “Guerra Nucleare” o, come minimo, l’”incidente nucleare” in impianti per uso civile. Sembra sbiadita o scomparsa la memoria di un’inchiesta condotta anni fa in Sardegna sulla morte sospetta (per leucemia) di soldati che avevano maneggiato quei proiettili durante un’esercitazione NATO.

Il proietto a uranio impoverito non è un’arma nucleare
Il proiettile (o proietto) a uranio impoverito dunque non è un’”arma nucleare”: é vero che gli effetti di un’esplosione di proiettili all’uranio (radioattivo) impoverito sono micidiali, soprattutto per la diffusione di polveri altamente radiotossiche, ma è anche vero che tali proiettili, quando utilizzati in guerra, sono del tutto equiparabili ad armi convenzionali (al piombo), che non sfruttano alcuna reazione nucleare  (di fissione o di fusione) e perciò non cambieranno di un millimetro l’evoluzione e le sorti della guerra verso la giustamente temuta Guerra Nucleare; soprattutto perché è quasi certo che uno dei due o entrambi i contendenti abbiano già fatto largo uso di proiettili all’Uranio Impoverito; per il semplice motivo che prerogativa di tali proiettili è di perforare le più spesse corazze dei carri armati o di altri mezzi blindati, possedendo una “durezza” molto superiore a quella del Tungsteno (che riveste i proiettili tradizionali), oltre a una densità (peso) quasi doppia del piombo. Il fatto che l’Ucraina vanti la distruzione di molti carri russi e che chieda con insistenza di essere rifornita di proiettili all’uranio impoverito fa pensare che proprio l’Ucraina li abbia usati per prima e in gran quantità (e sia rimasta soddisfatta); e senza l’intenzione di scatenare la Guerra Nucleare, perché, come solo gli Italiani non sanno, l’Uranio Impoverito è il solo tipo di Uranio con cui non si ottengono  “Esplosioni Nucleari”, o “Incidenti Nucleari” nell’uso civile  o militare.

Nessuna escalation nucleare
Quindi l’uso di proiettili a Uranio Impoverito non è un “attacco nucleare”, così come non lo è il bombardamento nei pressi di una centrale elettronucleare (e nemmeno la navigazione su sommergibili a propulsione nucleare che non abbiano anche lanciasiluri per testate nucleari).
Dato che un sacco di “benpensanti pacifisti” rifiutano queste distinzioni su oggetti o azioni che usino le parole ”Uranio” e “Nucleare” , devo dare una giustificazione tecnica come ho già fatto per i bombardamenti su Zaporizhzhja e come forse farò per i cosiddetti “sommergibili nucleari”. Occorre ricordare anzitutto che l’”Uranio Naturale”, comunque lo si estragga e lo si depuri chimicamente, è una miscela di tre isotopi radioattivi (naturali): 234, 235, 238 in percentuali 0,005. 0,720 e 99,275 rispettivamente: ciò significa che un blocco di 100 kili di uranio naturale puro contiene sempre circa 5 grammi di U234, 7,5 etti di U235 e 99,275 kili di U238. Di questi, solo il 235 è facilmente fissile da parte di neutroni emessi da una reazione a catena. (Per completezza, e quindi senza alcun riferimento all’Uranio Impoverito, si deve aggiungere che sono fissionabili anche gli isotopi 233, non “naturale”, perché ottenuto “incollando” un neutrone a Thorio232, e 238 che con un neutrone in più diventa Plutonio239, che è l’elemento veramente fissionabile).

Cos’è la fissione?
Fissione, occorre ripeterlo, è la divisione, in due parti quasi uguali, di un isotopo (fissionabile) in seguito a un urto con un neutrone “vagante”: oltre ai due mezzi-isotopi la fissione produce infatti uno o più neutroni vaganti, che nel loro percorso urtano i nuclei più vicini che, se sono fissili, si dividono anch’essi in due parti più nuovi neutroni, che, vagando, riproducono a catena l’effetto, fino a che esistono nuclei da fissionare. Se la reazione a catena è “incontrollata”, è molto rapida e produce l’esplosione, che si sfrutta nelle “Bombe Atomiche” (oggi chiamate “Bombe Nucleari” dai comunicatori che hanno cercato di “capire” di che cosa si tratta); se invece è “controllata”, la reazione può essere rallentata e modulata (o spenta) a piacere, diventando una fonte di energia molto potente, e perciò utilizzabile civilmente al posto delle “caldaie” dove tradizionalmente si bruciano combustibili fossili (petrolio e gas) o biologici (le cosiddette biomasse, oggetto di discussione da quando l’Europa ha deciso di bandire i combustibili fossili).

Uranio arricchito e impoverito
Requisito fondamentale per una resa energetica efficiente è quindi l’abbondanza di isotopi fissili nel materiale usato come “combustibile”: l’abbondanza di isotopi fissili nell’Uranio Naturale non è sufficiente né per le esplosioni né per generazione controllata di energia: si è calcolato infatti che per l’esplosione la percentuale in peso di isotopo 235 dovrebbe essere intorno al 90-95% (90-95kg di U233 fissile su un quintale di U naturale), mentre per l’uso civile basta raggiungere il 15-20% (15-20 kg di U233 fissile su un quintale di U ). Si è imparato a separare gli isotopi abbastanza agevolmente (con sistemi di centrifugazione a molti stadi), ma si può intuire quanto sia grande la quantità di uranio naturale (anche supposto puro)  che si deve lavorare per ottenere una miscela di isotopi adatta al bisogno. L’uranio contenente  l’isotopo 235 in quantità superiore a quella “naturale” è stato chiamato “arricchito”, mentre lo “scarto di lavorazione”, cioè l’uranio cui è stata sottratta la quantità di isotopi 235 per “arricchire” l’uranio da usare, si chiama “Uranio Impoverito”.

Uso civile e uso militare
È già evidente da qui che chi ha la tecnologia per aumentare la quantità di Uranio 235 a valori adatti all’uso civile può facilmente raggiungere anche i livelli più alti richiesti dall’uso militare, ed è soprattutto per questo motivo, e non per i dichiarati motivi umanitari o ambientalisti, che da oltre 70 anni le grandi potenze nucleari cercano di scoraggiare nei Paesi “sospetti” lo sviluppo della Tecnologia Nucleare Civile (vedi Iran e Corea del Nord); in Italia invece è stato sufficiente diffondere, fin dal 1963, il terrore dell’esplosione atomica per boicottare qualunque tecnologia nucleare. Ora che finalmente si prospetta di usare tecnologie civili che sfruttino uranio naturale (cioè “non arricchito”) si sta dando via libera alla cosiddetta, e non ancora disponibile commercialmente, quarta generazione di impianti nucleari a fissione, che permetteranno di usare combustibile ricavato dalle enormi quantità di Uranio Impoverito accumulate (in grande segretezza) dai Paesi Nuclearizzati. Per farci un’idea delle scorte di Uranio Impoverito esistenti, supponiamo di avere blocchi da 100 kg (un quintale ciascuno) di Uranio Naturale: ognuno conterrà circa 720 grammi di isotopo fissile (di cui solo 500 estraibili convenientemente), e per avere i 15 kg necessari per l’uso civile dovrò lavorare, “impoverendoli” almeno 15:0,5-1=29 blocchi da un quintale ; per i 95 kg richiesti per uso militare devo lavorare 95:0,5=190 – 1=189 blocchi da 1 quintale. Dunque dopo la separazione degli isotopi, nel caso di uso civile avrò circa 29 quintali per quintale di Uranio Impoverito (ossia contenenti quasi solo l’isotopo 238); nel caso militare avrò ben 189 quintali di uranio impoverito per ogni quintale utilizzabile di uranio arricchito.

Incetta di bombe
In questi ultimi 70 anni si sono riempiti (senza che gli ecologisti alla Thunberg e i pacifisti muovessero un dito) gli arsenali di bombe e testate atomiche di America, Russia e Cina (e di una decina di stati più piccoli, “controllati”, quando possibile, dalle tre Potenze): sono stati costruiti anche (e qui gli ipocriti ecologisti e pacifisti invece hanno gridato allo scandalo, provocando solo ritardi e rialzo dei costi) centinaia di reattori nucleari civili. Una centrale nucleare da 1000 MW richiede circa 160 tonnellate di uranio (arricchito al 10-15%), di cui circa 30 sono rimpiazzate ogni circa 18-24 mesi. Quindi ogni centrale a fissione genera circa 4800 tonnellate di “scorie uranifere da arricchimento”, oltre alle 900 tonnellate generate dai “ricambi” ogni due anni. In una bomba atomica del tipo di Hiroshima ci sono una ventina di kg (0,02 ton) di Uranio arricchito, corrispondenti a una quantità di impoverito di 0,02×189= 3,98 tonnellate per ogni bomba. Nel Mondo le scorte di Uranio Impoverito (disponibili a costo zero e con risparmio dei costi dello smaltimento)  erano le seguenti all’inizio del terzo Millennio (fonte Wikipedia).

La Francia e le sue scorte 
Da cui si vede, per esempio, che la Francia ha avuto scorte di Uranio Impoverito (Uranio238) sufficienti a replicare, usando tecnologie a basso arricchimento, tutti i suoi impianti nucleari civili, praticamente senza spese per il combustibile.
Questo fa dire a certi “visionari alla Descalzi” (che tuttavia disdegna il nucleare a fissione come “inquinante” e pericoloso) che quando si lavorerà con la mentalità del riciclaggio completo e quindi si imparerà a sfruttare per la fissione tutto l’uranio impoverito, cioè anche l’Uranio 238 (che, come si è visto, si trasforma in Plutonio239 fissile) l’energia nucleare sarà “inesauribile”. Non c’è verso di convincere i “visionari ricicloni” (che ragionano così anche per la plastica) che il beneficio del Riciclo è “una tantum” e quindi non è una sorta di “moto perpetuo”, sognato e promesso da molti dei nostri scienziati perfino tre secoli dopo la fine dell’alchimia (che pure fu praticata dal giovane Isaac Newton a metà del 1600: i suoi epigoni di oggi quando parlano di “nucleare” fanno pena).

Gli impieghi civili dell’Uranio Impoverito
Per finire con una curiosità, ecco i principali impieghi civili dell’Uranio Impoverito, quasi sempre in sostituzione del Piombo, che è molto più costoso, pesa la metà e è molto meno duro:

  • schermatura dalle radiazioni (anche in campo medico);
  • contrappeso in applicazioni aerospaziali, per esempio per le superfici di controllo degli aerei (alettoni e piani di coda), e navali;
  • nei pozzi petroliferi come parte delle sinker bars, i pesi usati per fare affondare strumentazioni nei pozzi pieni di fango;
  • nei rotori giroscopici ad alte prestazioni;
  • nei veicoli di rientro dei missili balistici;
  • negli yacht da competizione come componente della deriva;
  • nelle frecce per il tiro con l’arco e nelle mazze da golf;
  • piombini per la pesca, pallini da caccia e fermacarte.

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