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Bisognerà dichiarare il possesso di Fido e Silvestro in modo da inserirli nel percorso di politica sociale predisposto dalla Regione

Torino – Se non è una vera e propria rivoluzione culturale, poco ci manca: la nuova regola è contenuta nelle prime istruzioni per l’uso e l’accesso agli ambulatori veterinari sociali rivolti alla cura degli animali d’affezione detenuti da utenti in carico ai servizi sociali che ora saranno accuratamente censiti. Fin dal primo momento è emersa la necessità che, contestualmente alla presa in carico di utenti presso i servizi sociali, fosse fondamentale censire la presenza o meno di animali d’affezione detenuti dagli stessi, al fine di poter poi attivare, se necessario, il supporto nella cura, vera e propria novità introdotta dalla Regione Piemonte e in particolare dall’assessora regionale alla Famiglia con delega al Benessere Animale Chiara Caucino. Un benessere che non sarà sostenuto soltanto dal punto di vista sanitario per le persone in carico ai servizi sociali, grazie ai 6 ambulatori che sorgeranno in tutto il Piemonte, ma anche dal punto di vista alimentare, per un pubblico più ampio. È notizia di sabato scorso, infatti, l’iniziativa finanziata dalla Regione e condotta dal Banco Alimentare del Piemonte che dà sostegno non solo agli utenti in difficoltà alimentare, ma anche ai loro animali attraverso la fornitura di cibo e di tutti gli strumenti necessari, come giochi e cucce. D’altronde non è un segreto che gli ambulatori veterinari sociali rappresentino un primo, fondamentale passo, verso quella mutua animale che è ancora tutta da costruire, ma che rappresenta l’obiettivo ultimo dell’assessore regionale alla Famiglia con delega agli Animali d’affezione. Durante i primi contatti tra i servizi sociali e gli utenti, nel comporre la scheda sociale o la cartella sociale che spesso, in autonomia, ogni servizio costruisce, sia opportuno censire anche la presenza e la tipologia dell’animale d’affezione detenuto dall’utente. Una vera e propria rivoluzione che porterà vantaggi sia alle persone più fragili che ai loro animali, consentendo alla Regione di pianificare al meglio le mosse future, sempre più mirate ed efficaci.

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