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Misteri novesi: era davvero Donato Bilancia l’assassino dei due metronotte della Barbellotta? (4 – continua)

di Andrea Guenna (4 – continua) – Ci sarebbe una testimonianza di cui nessuno parla: quella di Lorena (all’anagrafe John Zambrano alias Juli Castro), il trans che è riuscito a farla franca. Ha riferito che quella notte verso le due si stava prostituendo a Novi Ligure, nella zona della Barbellotta. Era stato avvicinato da una Mercedes scura (secondo i Carabinieri era bianca, ma tutte le vacche di notte sono nere) il cui conducente gli aveva chiesto informazioni sulle prestazioni che offriva e le relative tariffe. Lui gliel’ha detto e il cliente l’ha invitato a salire in macchina. Si erano poi fermati lungo la stessa strada statale e avevano accostato di fronte all’ingresso di Villa Minerva, avevano varcato il cancello che avevano trovato già aperto (ma Bilancia aveva dichiarato di averlo aperto lui perché era anche un ladro esperto nello scassinare le serrature) e sono entrati.

L’assassino conosceva bene i due metronotte
Lorena dice all’inquirente: “All’arrivo dei due metronotte, non appena sceso dalla Mercedes per rispondere alle loro richieste, l’uomo aveva parlato con loro in termini di assoluta normalità, senza manifestare alcun segno di concitazione o di alterazione. Anzi, aveva avuto la freddezza di dire ai due: quella è una pazza, indicando me che continuavo a gridare dall’interno della Mercedes dicendo loro di stare attenti”. Più in generale, in nessuna fase dell’episodio Lorena aveva notato una perdita di lucidità nelle parole e nei gesti del suo aggressore. Questo è un particolare cruciale dell’inchiesta perché dimostra che l’uomo della Mercedes era conosciuto a Novi, poteva entrare e uscire da Villa Minerva senza problemi e i metronotte non sospettavano minimamente che potesse essere un assassino. Ma forse la bamba ha fatto la differenza.

Un metronotte non è scappato perché si fidava… di chi?
Il consulente tecnico del pubblico ministero Renato Garibaldi, incaricato dell’autopsia e degli accertamenti medici sulla vittima superstite, ha precisato che Randò s’è trovato in piedi di fronte all’omicida e, a seguito dello sparo, s’è subito accasciato per terra. Ma perché non è scappato? Perché è rimasto in piedi di fronte al suo assassino? Perché, molto probabilmente, lo conosceva bene, e si fidava di lui, non ritenendo che fosse in grado di sparare. Mentre invece gli ha sparato. E lui è morto (4 – continua).

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