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Stiamo con gli “ambientalisti” fannulloni e imbrattatori da salotto o col professor Franco Prodi?

Milano (Emanuele Beluffi di Cultura Identità) – Già l’avevamo visto come, qui da noi, trattavano la scienza durante l’infausto lockdown. E la disciplina, sempre qui da noi, continua ad essere peggio che bistrattata. Almeno fossero come lo scettico filosofico di Bertrand Russell (“Inutile discutere con lo scettico, tanto ha sempre ragione lui”). Invece protestano, frignano, battono i piedi e se ne vanno: “non gioco più!”. Di fronte hanno un luminare, fisico italiano, studioso di fisica dell’atmosfera, già ricercatore del CNR specializzatosi negli USA: Franco Prodi (nella foto a destra). Costretto a discutere col soldatino (Franco Mora, nella foto a lato) di Ultima Generazione perché alla TV fa fino invitarlo manco fosse Obama. E invece quelli di Ultima Generazione, che hanno studiato da Greta Thunberg e quindi sanno tutto sul clima, sono come quel controllore sul tram nella canzone di Roberto Freak Antoni (“Sei diventata come un controllore, non stai nemmeno ad ascoltare…”): non sentono ragioni, tanto la ragione l’hanno loro e se la realtà, là fuori, è diversa tanto peggio per la realtà. Ma gli dice male, a quelli di Ultima Generazione, il Prof li fa andare in tilt: a L’aria che tira, il programma condotto da Myrta Merlino su La7, provoca scandalo. Del resto, è la scienza stessa a destare scandalo, ogni tanto, quando ti leva i paraocchi e ti mostra come stanno le cose nella succitata realtà. Loro sposano la tesi antropica, per cui il surriscaldamento globale e il cambiamento climatico sono colpa dell’uomo e delle sue attività: pannelli fotovoltaici per tutti, macchine elettriche per tutti, via il carbone e via anche l’uomo, uccisore del Pianeta. Ma “il dato che vuole che per il 98% il surriscaldamento del globo è colpa dell’uomo è una bufala”, replica il professor Prodi. Che aggiunge: “Non nego un’influenza antropica, la stessa microfisica delle nubi è cambiata per le emissioni, ma l’attività umana industriale ha due secoli di storia”. Riscaldamento e cambiamenti climatici sono insomma fenomeni connessi a equilibri astronomici in relazione al sole, è il sistema solare – bellezza – e tu non puoi farci niente. E allora ecco che alle parole del professore l’eco attivista/teppista (ci arriviamo) di Ultima generazione fa il “piangina” e gli mostra un cartellone con su scritto “Muore la gente e ancora neghiamo la crisi climatica”. Loro scrivono slogan imparaticci, il Prof invece scrive che siamo al “disastro scientifico”, perché il clima non è “impazzito” e la colpe non sono dell’uomo. Voi con chi state?, con gli eco teppisti che con la scusa dell’ambiente imbrattano i monumenti e bloccano il traffico facendo incazzare gli automobilisti (che, a differenza loro, devono andare a lavorare) o con chi l’ambiente lo studia da anni? Ci sembra utile pertanto rilanciare l’intervista che sul numero di novembre 2019 di CulturaIdentità Alfonso Piscitelli ha fatto al professor Uberto Crescenti (Nella foto a sinistra), una vita intera dedicata a studiare la Terra, Rettore dell’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti–Pescara e Presidente della Società Geologica Italiana e autore con Luigi Mariani di “Cambiamenti climatici e conoscenza scientifica”. Proprio in nome della scienza, Crescenti ha assunto una posizione sospettosa nei confronti della ideologia che domina nei media e che vuole la Terra sull’orlo di un catastrofico surriscaldamento di origine umana. Lo stesso Crescenti è stato il promotore della petizione, firmata fra gli altri scienziati da Franco Prodi, che invoca più rigore e meno… “gretismo”.

Professore, ma perché non vuole ascoltare Greta?
Io sono un geologo abituato a studiare i cambiamenti del nostro pianeta: la geologia ci insegna che nel passato si sono alternate fasi calde e fredde. Ricordiamo il periodo caldo romano e il periodo caldo medievale.

Le tracce di queste lunghe estati storiche?
Nel periodo caldo romano degli ultimi secoli avanti Cristo Annibale valicò le Alpi con gli elefanti, attraversando passi che ora sono ghiacciati. Nel periodo caldo medievale la temperatura della Groenlandia (la “terra verde”) era più alta di tre grandi rispetto ad oggi: tremila vichinghi vi insediarono 280 fattorie…

Erano gli antenati di Greta alle prese con il surriscaldamento dell’anno Mille
Ma dopo il periodo caldo medievale il clima oscillò verso la piccola era glaciale che grosso modo va dal 1400 al 1700. All’epoca ghiacciavano il Tamigi e i canali di Venezia. I fiamminghi nei loro quadri riproducevano persone che pattinavano sulle superfici ghiacciate. Sono semplici evidenze storiche. Se in un recente passato la temperatura è stata sensibilmente superiore e la storia ha seguito il suo corso, non si capisce perché oggi dovremmo temere la catastrofe.

Non temere la catastrofe attira però l’accusa di “negazionismo”
È un’accusa grave con un termine dispregiativo. Noi semplicemente siamo scettici rispetto ad alcuni modelli azzardati, come quelli che attribuiscono un ruolo determinante all’anidride carbonica nel mutare il clima su scala globale. Questo assunto non è scientifico. Non vi è alcuna documentazione che possa confortare tale opinione.

Sarebbe però necessario formalizzare un modello alternativo di interpretazione dei cambiamenti climatici. Dove trovarlo?
Legga il volume collettivo curato da Fred Singer “La natura, non attività dell’uomo, governa il clima”.

Però, scusi perché “tutti i climatologi stanno con Greta” o giù di lì? È difficile negare uno sbilanciamento della comunità scientifica mondiale in favore della tesi “catastrofista”
Cominciamo col distinguere riscaldamento e inquinamento. Il riscaldamento c’è, anche per le ragioni che le ho detto prima. A sua volta l’inquinamento c’è, è grave, ma non si combatte con una crociata contro l’anidride carbonica. Ricordiamo anche che negli ultimi anni le superfici boschive sono aumentate, la produzione agricola è aumentata.

Sì, ma quel 97% di scienziati che sta con Greta?
Una cifra tendenziosa che non rispecchia il reale dibattito. Secondo altri computi studiosi scettici e studiosi catastrofisti sono grosso modo equivalenti per numero, anzi con una prevalenza dei primi. La situazione si sbilancia per l’intervento marcatamente ideologico dell’IPCC, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, emanazione dell’ONU, che ha diffuso le tesi opinabili del Novecento come “secolo più caldo”, dell’accelerazione dell’aumento delle temperature e dell’aumento drammatico del livello del mare. Falso, le rilevazioni rivelano che non vi è alcuna accelerazione in atto.

Però la paura che le nostre belle città di mare vadano sott’acqua un po’ rimane
Ma sa che non vi è un rapporto diretto tra aumento della temperatura e livello del mare? 20.000 anni fa il livello dell’Adriatico era più basso di oggi. Poi è salito di un metro per secolo, per poi stabilizzarsi 5000 anni fa. Il livello di massima elevazione si è verificato prima dell’Olocene, ovvero prima della fine dell’ultima glaciazione, per una serie di concause (lo spostamento delle placche, la tettonica a zolle…) che non può essere ridotta alla semplice media delle temperature.

Quindi dovremmo tornare a concepire la “complessità”?
Certo, le cause delle variazioni di temperature sono complesse. Consideriamo anche l’attività solare, ma non solo. Per questo i programmi di simulazione al computer dei fautori del Riscaldamento Globale Antropico sono stati smentiti dai fatti.

Ma allora perché tanto allarmismo?
Perché il catastrofismo è mosso dalla grande finanza, da grandi interessi. Dietro c’è il “mercato dell’anidride carbonica” valutabile nell’ordine di centinaia di miliardi di dollari. Uno scienziato di fama come Mario Giaccio ha parlato della “finanziarizzazione del clima”, appunto per intendere questo. Quando l’alta finanza smetterà di occuparsi di clima, osserva Giaccio, allora il discorso tornerà ad essere impostato su basi scientifiche.

E Greta?
Una vittima di questi grandi interessi.

Dunque la Terra segue i suoi ritmi come se fosse un grande organismo?
La Terra è un grande organismo vivente con i suoi ritmi. Gli ecosistemi nascono si sviluppano e scompaiono. Qualsiasi parte della Terra risponde a questa legge della vita: un fiume, un monte, i bacini marini. La Terra è un organismo e il motore è il magma che sta sotto. I terremoti sono drammatici, ma se non vi fossero i terremoti la Terra sarebbe un pianeta morto. Noi dobbiamo rispettare profondamente queste forze, questi ritmi e cercare di vivere in armonia con essi. Nel caso dei terremoti, evitare i danni, difendendoci dagli effetti. Per il clima vale lo stesso discorso di adattamento armonico ed è questo il principio per una reale lotta all’inquinamento.

 

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