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La grande ipocrisia delle scelte di politica energetica globali

di Giusto Buroni – Le fonti energetiche candidate a “salvare il mondo pulendo l’atmosfera” sono ormai solo l’Eolica e la Solare, perché l’Idrica e la Geotermica (utilizzate ovunque possibile per generare energia Elettrica e Termica) esistono da (quasi) due secoli, ormai sfruttate fin quasi alla saturazione (in Costarica, Paraguay, Norvegia, Islanda e…Larderello). È dunque fuorviante continuare a includerle nel conteggio delle “nuove” fonti che ridurranno la dipendenza dai combustibili fossili. Da qualche anno è passato di moda (ma non cancellato) l’Idrogeno, per motivi non certo scientifici. Escluso per motivi ideologici anche il nucleare, il popolo ambientalista insiste per usare solo quelle due fonti, che però saranno “intermittenti” finché non saranno disponibili sistemi di accumulo efficienti, affidabili ed economici.

Energie a intermittenza
L’intermittenza, solo in parte prevedibile per il Solare e del tutto incontrollabile per l’eolico, richiede dunque che ogni impianto di queste “rinnovabili”, che può arrestarsi imprevedibilmente senza essere “guasto”, sia affiancato da validi impianti “tradizionali” (perché no, nucleari?) di pari potenza per evitare i blackout. All’intermittenza di sole e vento non si può rimediare neanche raddoppiando gli impianti, perché piove nevica o c’è bonaccia, ma soprattutto è notte, anche per i “gemelli”. Non è lecito allora affermare che tali energie rinnovabili possono “sostituire” le tradizionali in termini di “Potenza Installata”, mentre è corretto dire che un impianto tradizionale può (deve) essere temporaneamente spento quando il “rinnovabile” di supporto funzioni alla potenza nominale. Insomma, non ci si illuda che la diffusione delle energie alternative permetta lo smantellamento di impianti tradizionali prima che raggiungano la fine della vita. La verde Germania che si vanta di avere spento le ultime (tre) centrali nucleari prolungherà l’uso di quelle a carbone e sarà fra i primi a installare (e vendere) gli SMR (Small Modular Reactors) il nome, che non contiene vocaboli “nucleari”, con cui gli Europei pretendono di far accettare alla UE Antinuclearista i nuovi Reattori Nucleari a Fissione già battezzati “di quarta generazione”.

Immense praterie “di specchi”
E così, per ridurre leggermente l’inquinamento diurno (e estivo) da CO2 i Paesi fortemente industrializzati e da decenni “denuclearizzati” credono di dover costruire sterminati “parchi verdi”, eolici o solari. Tipicamente (da dati di Internet 2022), una centrale da 1 GW dovrà essere “affiancata” da un impianto eolico di un’ottantina di (modernissime) torri da una dozzina di MW ciascuna, impegnando una superficie di circa 80 kmq (possibilmente sul mare). In alternativa, un parco fotovoltaico (da 1 GW) occuperebbe circa 10 kmq (difficilmente sul mare, come si può immaginare, anche se almeno uno norvegese da un centinaio di MW, e quindi oltre 1 kmq, è già stato “approvato” e proposto alla Regione Abruzzo). In entrambi i casi il “consumo di suolo” (o di acqua di mare), che sta tanto a cuore agli ambientalisti, è notevole: per affiancare i circa 30 GW di impianti “tradizionali” attualmente in uso in Italia andremmo a coprire di pannelli solari 300 kmq di suolo (con l’eolico 2400, un decimo della superficie della Lombardia).

Le energie rinnovabili: inutili e costose perché dobbiamo importare gli impianti
L’impianto eolico si realizza con materiale da costruzione e da impianto elettrico ed elettronico, mentre per avere alta efficienza il fotovoltaico richiede materiali “speciali” (p.es. Arseniuro di Gallio, oppure Silicio proveniente da spiagge particolari). La produzione di celle solari e di pannelli è quasi inesistente in Italia e in Europa, perché da molti anni Cina e India hanno invaso il mercato con prezzi difficilmente migliorabili: così i pretesi “fornitori di fotovoltaico” in Europa (e in USA) sono in realtà solo “installatori” di pannelli importati da Cina, India e Africa. Non si può negare che le energie rinnovabili creino posti di lavoro, ma la loro efficacia contro l’effetto serra è trascurabile. Nonostante l’Eolico possa essere completamente “fatto in casa”, problemi di occupazione di suolo, di difesa del paesaggio, di inquinamento acustico, di manutenzione, di efficienza e di affidabilità suggeriscono, in Paesi come l’Italia, di affidarsi al fotovoltaico. Non si capisce allora perché tenere un piede anche nella scarpa dell’eolico, ma per saperlo occorrerebbe conoscere  i piani della Mafia che ormai da due decenni pare abbia il controllo anche del “Business Eolico”. La scelta del Fotovoltaico (Solare) porta così all’acquisto di gran parte del materiale dai Paesi più poveri (ma ricchi di risorse speciali). L’estrazione e la lavorazione di tali risorse assorbe evidentemente energia che in quei Paesi, che non hanno firmato gli accordi dell’ONU per la riduzione delle emissioni di gas serra (CO2 e non solo), si ricava da “fonti fossili”.

La grande ipocrisia
Ecco dunque il motivo dell’affermazione che è ipocrita ridurre (e non annullare) le emissioni di gas serra in Europa, per aumentarle considerevolmente nei Paesi poveri, che in pochissimo tempo dovrebbero produrre i componenti per gli impianti puliti Europei da affiancare a quelli “sporchi”. L’ipocrisia si vede anche dal fatto che i Paesi più volonterosi e obbedienti, come la Norvegia, dichiarano alt(issim)e produzioni di energia “da rinnovabili”, ma poi si scopre che si tratta per lo più di centrali idriche, mentre la produzione solare si discosta poco dal 10% (alla Norvegia bastano infatti due grandi dighe per soddisfare tutto il fabbisogno elettrico nazionale, il “rinnovabile” (sotto forma di installazione di impianti fotovoltaici) lo esportano.

La produzione di batterie inquina moltissimo
L’ipocrisia è ancora più evidente (e il danno di maggior portata) quando si pretenda di trasformare in motori elettrici tutti i motori a combustione interna usati per il trasporto (di passeggeri e merci) in Europa. Anche in questo caso il materiale per il componente primario (la batteria ad alta capacità e lunga durata) non è facilmente ed economicamente reperibile in Europa e, guarda caso, è abbondante in Paesi più poveri (in quelli citati e in Cile, per il litio). Fingiamo pure di ignorare la sciocchezza (ulteriore ipocrisia) di voler dotare in breve tempo di batterie al litio tutti gli automezzi d’Europa pur sapendo che il litio non basterà neanche fino a fine 2100 nonostante il riciclo (oggi ancora allo studio). Resta il problema della produzione di dette batterie fatta con sorgenti energetiche inquinanti (come per i pannelli solari) e che nei Paesi Emergenti si continueranno a usare motori a combustione interna: ecco che la loro quantità di emissioni crescerà al diminuire di quella europea e che quindi l’effetto serra globale non farà che peggiorare, come sta succedendo nell’ultimo decennio (con finto stupore degli scienziati dell’ONU-IPCC).

Terrorismo climatico
Dalle considerazioni precedenti si noterà che quando si parla di “crisi energetica” si finisce facilmente per evocare il “cambiamento climatico”. Storicamente (anni ‘70), è nata prima la preoccupazione per la mancanza di risorse: fine del petrolio, che però non volle saperne di finire, e così l’allarme durò solo un paio d’anni (anche l'”oil peak”, il pallino di Luca Mercalli, sventolato come spauracchio per un decennio, è stato superato da tempo senza che nessuno al mondo se ne sia accorto). Provvidenzialmente, grazie ai satelliti artificiali, si scoprirono “buchi nell’ozono”, che lasciavano passare micidiali raggi UV cancerogeni e mantennero qualche popolazione col fiato sospeso, ma alla fine si ammise che il buco veleggiava solo sopra l’Antartide e ci si accontentò di cambiare tutti i frigoriferi del mondo contenenti CFC (Cloro Fluoro Carburo), gas ritenuto colpevole di mangiarsi l’ozono atmosferico. Fu un successo dal punto di vista della “comunicazione terroristica”: gli insensati compratori di frigoriferi si dichiararono colpevoli e pentiti, comprarono subito i nuovi modelli e presero a domandarsi quale altra colpa potessero avere commesso, e quando i numerosi “scienziati”, apparsi per incanto, l’avrebbero scoperta. Visto il successo ottenuto coi frigoriferi, la Finanza mondiale incaricò la Scienza di incolpare l’Umanità di un peccato tremendo: quello di avere cercato di raggiungere un tenore di vita confortevole ma causando consapevolmente tutti i disastri immaginabili, dalle “malattie incurabili”, alle “manifestazioni atmosferiche estreme” (troppo freddo o troppo caldo, bombe d’acqua o siccità, ecc.), ai “dissesti idrogeologici”, alle pandemie, alle “crisi migratorie”, perfino allo sbiancamento dei coralli rossi e al soffocamento dei pescecani con i sacchetti di plastica (che si fabbricano col petrolio!).

Gioventù bruciata
Queste accuse, aggravate dal piagnisteo degli adolescenti a cui così si “rubano i sogni”, tanto da far passare loro la voglia di studiare e anche di lavorare, hanno tanto commosso i cittadini “comuni” (cioè gli schiavi e gli adulatori del potere) che oggi sono disposti a tutto pur di farsi perdonare da governanti e nipotini. E così senza fiatare sostituiscono il parco macchine, le lampade a incandescenza, i televisori a tubo e analogici, perfino le biciclette, che così come erano sarebbero durate cent’anni (e invece sono diventate anch’esse elettriche, dopo lo strano flop di inizio secolo). I migliori geni della finanza, aiutati da filosofi e sociologi di pochi scrupoli, prefigurarono un futuro minato da catastrofi planetarie di cui si potesse incolpare lo stile di vita dei comuni cittadini, dimostrando con tutti i mezzi (modelli matematici dilettanteschi e “addomesticati”) che l’unico modo per uscire dai guai sarebbe stato modificare tutti gli stili di vita (nemmeno uno era accettabile, secondo quei modelli matematici), pena l’estinzione del Genere Umano entro una ventina d’anni (prorogabili eventualmente se si fosse constatata almeno la “buona volontà”).

La soluzione: più efficienza e meno sprechi
Allora dobbiamo rassegnarci e soccombere al “riscaldamento globale di origine antropica”? Oppure accetteremo l’appello degli eredi di Greta ad abbassare il nostro tenore di vita, rinunciando, per esempio, a lavarci e a mangiare carne, tirando a braccia carrozze e carretti, raggiungendo i pronto-soccorso in monopattino e leggendo a lume di candela? Ovviamente no. Di fronte alla crescita inarrestabile dell’Entropia, che corrisponde a “consumo irreversibile di energia”, l’unica toppa (non c’è rimedio…) è l’aumento dell’efficienza, cioè la riduzione degli “sprechi” involontari (o invisibili) che si ottiene per esempio con: la riduzione di tutti gli attriti meccanici (ottimizzazione dei meccanismi) e col recupero (utilizzo) di calore disperso, che dovrebbe essere alla base di ogni impianto di teleriscaldamento; il riciclo dei materiali usati è fortemente raccomandato, ma senza illudersi che si possa riciclare più di una volta; i motori “ibridi” sembrano utili (e rientrano negli accorgimenti per migliorare l’efficienza). Altri suggerimenti più efficaci dei miei potranno venire dai veri esperti, purché si permetta loro di parlare (ma almeno si facciano avanti! E facciano impallidire i vari Tozzi e Rossi Albertini, somministratici dalla RAI e, da un mese, anche da Mediaset).

Il ritiro di Greta per… raggiunti limiti di età
Per completezza, e rischiando di essere gambizzato dai pacifici no-nuke, cito come fonte energetica di lunghissima durata il Nucleare, ma a Fissione, relegando a “inutile spreco” quello a fusione. Vedendo il successo di tali rimedi e se sarà ancora vero che “l’appetito vien mangiando” alcuni geniali esemplari del genere umano (almeno un paio per secolo se ne sono sempre trovati) riusciranno a escogitare nuovi accorgimenti che faranno vivere ragionevolmente bene una decina di miliardi di tranquilli individui. Certamente il massimo risparmio si otterrebbe con l’azzeramento di tutte le guerre e attività ad esse connesse (fabbricazione e traffico d’armi), ma a questo i seguaci e gli ammiratori (anziani) di Greta hanno sempre finto di non pensare, Greta (e i degni FFF) non si è mai espressa in proposito, e si è ritirata, apparentemente per raggiunti limiti di età, proprio quando era venuto il momento di prendere una posizione chiara e univoca. E questa è la più criminale ipocrisia. Faccio presente che ho sempre pensato che molti dei risultati impropri generati dai Modelli Matematici citati sopra sarebbero eliminati se i dati di ingresso comprendessero diligentemente quelli relativi alle guerre, agli armamenti e alle loro ricadute industriali. In tutto ciò sarà di grande aiuto l’Intelligenza Artificiale, che però dovrà essere programmata per rimanere “schiava” di un’intelligenza naturale e onesta: ad oggi questo problema sembra insormontabile, non tanto per mancanza di programmatori, quanto perché i “visionari” padroni del Pianeta se li sono comprati tutti.

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