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Abracadabra Sanità: Chirillo per La Stampa avrebbe vinto un concorso che non c’è mai stato

Alessandria (Max Corradi) – Non sapevo che il primario di ortopedia di Casale Monferrato, il dottor Danilo Francesco Chirillo, avesse vinto il concorso da primario al Santi Antonio e Biagio di Alessandria. Ho visto la sua fotografia pubblicata su La Stampa e mi pare anche di conoscerlo. Quindi non posso fare altro che fargli i complimenti, perché arrivare ad Alessandria in un’azienda ospedaliera a carattere nazionale è per lui un bel traguardo.
Peccato che il dottor Chirillo non abbia vinto nessun concorso per il semplice fatto che il concorso all’Ospedale di Alessandria per il primario di ortopedia non è mai stato bandito. Eppure La Stampa, firma F.N. (articolo a riproduzione vietata), è talmente sicura della notizia da redigere un pezzo dove, nel magnificare le doti del dottor Chirillo – fatto penso vero – si mette a fare l’abituale piagnisteo sul depauperamento dell’Ospedale di Casale a favore della solita (per fortuna non lo scrive) infingarda Alessandria.
Controllata la notizia all’Ospedale di Alessandria, i responsabili confermano che nessun concorso per il primariato di ortopedia è stato bandito ma, per il foglio della Fca il dottor Chirillo lo avrebbe già vinto.
Ci troviamo probabilmente di fronte a un perfetto caso di iperinformazione: La Stampa, a firma FN, sa già chi vincerà in futuro (può darsi, staremo a vedere, chissà chi lo sa, vai avanti tu che a me vien da ridere, io speriamo che me la cavo, non capisco ma mi adeguo) quel maledetto concorso e, nel disperato e strenuo tentativo di battere la concorrenza giornalistica (noi al foglio della Fca facciamo almeno tre buchi al giorno), anticipa la notizia, offrendola all’ignaro lettore con uno stile pulitino ed educato. A pensar male, e in altri tempi di caccia alle streghe, in cui le pagine locali de La Stampa si sono spesso distinte, si sarebbe detto che La Stampa abbia costruito una notizia falsa su un’indiscrezione vera. Un capolavoro di applicazione del codice etico dei giornalisti. Ma alla fine sarà solo un errore marchiano, fatto con trasandatezza, a pensar bene. Resta il fatto che se l’avessimo scritto noi ci avrebbero già chiamato a risponderne all’Ordine dei Giornalisti.

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