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Per la bolla immobiliare la Cina è alla frutta e Pechino annega nei debiti, un problema in più per noi occidentali: auto elettriche stop!

Roma (Lorenzo Mancini) – Il boom della Cina è finito. Il modello economico che l’ha sollevata dalla povertà portandola a essere un gigante è ormai rotto. La Cina sta “annegando nel debito ed è a corto di commesse”. E i segnali di difficoltà si avvertono anche nelle province più remote. In sostanza siamo arrivati al punto che senza aggressivi stimoli da parte di Pechino e sforzi per sostenere il settore privato, alcuni economisti – riporta il Wall Street Journal – temono che il prolungato rallentamento possa trasformarsi in una stagnazione simile a quella sperimentata dal Giappone negli anni ’90 del secolo scorso, quando lo scoppio della bolla immobiliare causò anni di deflazione e crescita limitata.  Molti operatori finanziari e immobiliari cinesi devono più di 1 miliardo di yuan (quasi 140 milioni di dollari) in commissioni all’unità di Shenzhen di Centaline, agenzia immobiliare di Hong Kong costretta, per mancanza di liquidità, a sospendere i pagamenti ai propri dipendenti. Secondo il South China Morning Post, in base a un documento dell’agenzia circolato online, è solo l’ultimo caso rilevante delle difficoltà legate alla recessione immobiliare, alle difficoltà finanziarie. Il documento ha rivelato che le commissioni non pagate a Centaline Property Agency (Shenzhen) hanno superato 1 miliardo di yuan, di cui 535 milioni già oggetto di contenzioso per l’esecuzione, inclusi 400 milioni di yuan sotto inchiesta da parte dei giudici finanziari di Stato e 135 milioni in attesa di giudizio.
Tra i principali operatori immobiliari e finanziari che Centaline Shenzhen ha citato in giudizio ci sono Evergrande (in fallimento), Shimao e Logan. Nel frattempo, gli analisti prevedono che il governo cinese possa avere la necessità di assorbire circa 1.000 miliardi di dollari in attività in sofferenza proprio dal settore immobiliare. Soprattutto dopo che Evergrande ha presentato la scorsa settimana negli Usa istanza di bancarotta protetta (ex capitolo 15) allo scopo di bloccare i creditori statunitensi. Mentre è in fase di negoziazione un accordo di ristrutturazione tra i procedimenti in corso a Hong Kong e nelle Isole Cayman.

 

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