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LA SIGNORA TITTI SCARICA IL FIDO SANDALO

Casale Monferrato (AL) Gianni Patrucco – Volano gli stracci nel Pd casalese in vista dell’udienza del 16 giugno prossimo che vedrà alla sbarra l’ex presidente del consiglio comunale Davide Sandalo, uomo di punta del Pd casalese (molto vicino alla sindaca di Alessandria Rita Rossa ed al suo compagno Guerci), coinvolto nello scandalo delle tangenti dei servizi scolastici comunali per cui è agli arresti domiciliari dal dicembre scorso. Sandalo, 56 anni, di Casale, insegnante di lettere e filosofia, ha dato le dimissioni il 27 novembre scorso dopo essere stato raggiunto dall’avviso di garanzia emesso nell’ambito dell’inchiesta scaturita dalla denuncia presentata in Procura dal presidente della cooperativa Eurotrend di Biella Francesco Montoro di 58 anni che ha vinto la gara per l’assegnazione di quei servizi. Le indagini , che ha portato anche all’arresto in flagranza di reato del faccendiere tortonese ma residente a Casale, Ubaldo Omodeo Zorini di 72 anni, nell’atto di incassare una tangente di 5.000 euro collegata alla stessa gara, vedono Sandalo accusato di induzione indebita ed istigazione alla corruzione in concorso con Zorini e avrebbero portato a nuovi elementi di prova a proposito di un’altra tangente per una seconda gara che vedrebbe coinvolto nuovamente il Sandalo. La sindaca di Casale Titti Palazzetti (Pd), insieme alla Giunta targata Pd della città monferrina, ha respinto la proposta di risarcimento fatta al Comune da parte dei legali di Sandalo e mantiene la costituzione di parte civile contro il suo ex stretto collaboratore e grande alleato durante la sua campagna elettorale. La cifra offerta e rifiutata pare aggirarsi sui 10.000 euro ma è stata considerata insufficiente a ristorare “il grave nocumento cagionato dalla condotta del Signor Davide Sandalo all’immagine del Comune di Casale Monferrato ed il pregiudizio morale derivato al medesimo in conseguenza dei fatti a lui addebitati, anche in considerazione della carica di Presidente del Consiglio rivestita dall’imputato all’interno dell’Ente al tempo della commissione del reato”. Ovvio che la cosa non faccia piacere alla componente del partito più vicina all’ex presidente (ritratto nella foto insieme alla signora Titti ed a Giuseppe Bargero papà dell’onorevole Bargero ex capogruppo del Pd in consiglio comunale in occasione di una manifestazione per le amministrative scorse) che peraltro si era speso molto nella campagna elettorale a favore dell’allora candidata Palazzetti e che oggi si vede, di fatto, abbandonato al suo destino con una velocità definita “sorprendente” da qualcuno piuttosto influente nel Pd. Insomma, partito diviso e signora Titti obbligata a sostenere in aula l’accusa contro uno degli uomini che l’hanno fatta eleggere. Una situazione esplosiva che rischia di scoppiare fra le mani della sinistra casalese, già ai ferri corti per altre motivazioni, fra le quali le spese faraoniche concesse dalla sindaca per gli eventi dell’assessora Carmi, da sempre indicata come la “preferita” della prima cittadina della Capitale del Monferrato.

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