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Acos è in bolletta, altro che “Gallina dalle uova d’oro”

Novi Ligure (Franco Traverso) – Davvero si fa fatica a digerire certe sciocchezze pubblicate dai soliti locali fogliacci illeggibili proni alla sinistra. Si legge infatti che Acos, il carrozzone multiservizi novese con quasi 400 dipendenti, avrebbe registrato un utile superiore al milione di euro approvato nell’ultimo bilancio (il bilancio di Acos va da giugno a giugno), confermandosi così, dicono lorsignori nonostante i dati: “Una significativa realtà a livello occupazionale con 356 dipendenti al 31.12.2022”.
Così, venerdì 30 giugno scorso nei locali dell’Edificio Tecnologico del Parco dell’acquedotto “Pagella e Bottazzi”, l’Assemblea dei Soci Acos S.p.A. ha approvato il bilancio 2022, che chiuderebbe – udite, udite! – “con un utile netto di € 1.657.542 (2021 € 1.787.230) e un margine operativo lordo che si attesterebbe a euro 1.072.586 (euro 890.692 nell’anno 2021)”.
Non è finita perché nella relazione, illustrata dall’esperto in materia Muliere, risulterebbe che, dal punto di vista patrimoniale, la società presenta un patrimonio netto di € 41.510.437 (2021 € 40.673.851) e un capitale investito pari ad € 42.175.368 (2021 € 41.928.413) con un margine operativo lordo pari a € 13.764.353, sotto di ben 3.397.703 euro rispetto al 2021 per cui l’utile netto sarebbe di € 2.706.251 (2021 € 3.958.038). Ci fermiamo qui perché ci tremano i polsi, ma non possiamo tacere come stanno le cose veramente. Da cronisti dobbiamo farlo.
Se l’utile netto è di 1.657.542 euro, solo leggermente inferiore a quello relativo al 2021, il margine operativo lordo si attesta a 1.072.000 euro (890.000 circa nel 2021) mentre, a livello di Gruppo, l’utile netto è stato di 2,7 milioni di euro rispetto ai 3,9 del 2021. Attualmente il Gruppo Acos offre lavoro a 356 dipendenti e sul territorio è la più importante realtà occupazionale, dopo l’ex Ilva (Acciaierie d’Italia) e l’Asl. Le singole società che fanno capo al gruppo Acos hanno contribuito all’utile societario.
Quindi:

  • Acos Spa che ha raccolto 1,6 milioni di euro (38,00%),
  • Gestione Ambiente con 902.000 euro (21,42%),
  • Acosì con 733.000 (17,41%),
  • Reti con 465.900 euro (11,06%),
  • Acos Energia con 381.000 euro (9,05%),
  • Gestione Acqua con 128.000 euro (3,04%).

Durante l’assemblea dei soci non è stata discussa la nomina del prossimo consiglio di amministrazione, dato che gli attuali Cda sono in scadenza. Nei prossimi giorni il sindaco Rocchino Muliere presenterà in consiglio comunale le linee guida a proposito delle società partecipate. Si presume pertanto che Acos e le singole società afferenti al Gruppo cambieranno i vertici politici dirigenziali non prima di settembre.
Come amministratore delegato in sostituzione di Giorgio Pafumi si fa il nome di Paolo Reppetti mentre la presidenza, al posto di Maura Laveroni, dovrebbe toccare a Stefano Gabriele che ha rinunciato alla carica di consigliere comunale conquistata con la lista civica “20XNovi”, proprio per assumerne un’altra più prestigiosa. La presidenza della Fondazione Acos potrebbe invece rimanere al professor Giampaolo Bovone.
Ma, al di là dei numeri veri che divergono da quelli farlocchi della solita e frusta propaganda della sinistra ormai al capolinea, resta il fatto che a Novi – città con una falda acquifera enorme – sia sempre in emergenza idrica. Evidentemente, a causa della selezione al contrario effettuata nel corso di oltre ottant’anni di gestione da parte dei trinariciuti, a Palazzo Dellepiane e in Acos lavorano degli incompetenti.
Ora c’è l’ennesimo progetto approvato ma non finanziabile, per cui si rimanda la riparazione delle tubazioni dell’acquedotto di Gestione Acqua (se ne parla da trent’anni) a quando arriveranno i finanziamenti previsti dal Pnrr.
Non basta perché il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti colloca in una fascia senza copertura il Gruppo Acos.
Il progetto di Gestione Acqua prevede una spesa di 18 milioni di euro per riparare le falle prodotte negli ultimi decenni sulle tubazioni, con la conseguente perdita del 30% di acqua potabile.
Ciò è impossibile, a meno che non si pompino altri milioni nel carrozzone improduttivo Gruppo Acos, che, nonostante i proclami dei post comunisti (D’Ascenzi, Muliere, Robbiano, Lovelli, e chi più ne ha più ne metta) presenta un bilancio consolidato in rosso pompeiano con un Mol (margine operativo lordo) pari a € 13.764.353 rispetto a € 17.162.056 (- 3.397.703) del 2021.

E passiamo all’utile netto:

  • 2022
    o ACOS Energia S.p.A.: € 381.312
    o Acosì S.r.l.: € 733.434
    o Gestione Acqua S.p.A.: € 128.907*
  • 2021
    o ACOS Energia S.p.A.: € 969.052
    o Acosì S.r.l.: € 630.966
    o Gestione Acqua S.p.A.: € 2.383.130

*Ed ecco il dramma vero che hanno vergogna a dichiarare: si evidenzia una caduta a picco dell’utile di Gestione Acqua che dal prossimo anno potrebbe creare grandi problemi agli equilibri di bilancio di tutto il gruppo. Futuro nero per questa società che tra l’altro (a differenza di Amag di Alessandria) è rimasta fuori dai fondi Pnrr per la riduzione delle perdite idriche. A questo proposito c’è da osservare che l’esclusione dai finanziamenti della compagine societaria di Gestione Acqua (Acos) comprende operatori economici e industriali, mentre siamo al risultato che la perdita è del – tenetevi! – 95% del 2022 rispetto al 2021!
Una vergogna dovuta a incompetenti, incapaci di gestire correttamente il denaro di chi lavora e paga le tasse.
Per fortuna dei novesi questi qua sono alla frutta e toglieranno il disturbo presto.

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