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Grigi: chi ha vinto davvero lunedì scorso?

Siamo sinceri: chi, tra gli oltre 2000 sportivi alessandrini accorsi lunedì scorso al Mocca per assistere alla prima di campionato dei Grigi contro il Novara, pensava arrivasse un risultato positivo, ma soprattutto che l’Alessandria, così come ha fatto, “tenesse il campo” contro gli Azzurri novaresi? In pochi direi, a parte quelli che al Mocca ci vanno a prescindere.
E di chi è stato il contributo più importante per realizzare l’impresa, tutt’altro che scontata, del pareggio mandrogno conquistato lunedì sera?
Per me in primis i giocatori grigi, grazie alla loro voglia di ben figurare e, a tratti, alla ferocia agonistica che hanno mostrato. Poi, e non di meno, la Curva Nord la quale è diventata in questa occasione un catalizzatore di entusiasmo e fiducia per i nostri ragazzi. Si tratta, secondo me, d’una macedonia vincente che ha costretto i quotati avversari, indicati favoriti dai pronostici, a non praticare un calcio baldanzoso e spensierato, quello che noi temevamo e che i tifosi avversari si aspettavano.
Quanto ai nostri giocatori dare un giudizio che vada aldilà del match mi pare azzardato e presuntuoso. Quanto invece al contributo offerto dalla Nord devo dire che il loro atteggiamento di unità di intenti nei confronti dei calciatori sia stato fondamentale per infondere fiducia e consapevolezza nella squadra, bollata finora un po’ da tutti come un’Armata Brancaleone.
Lungi da me cercare una captatio benevolentiae, spero che gli Ultras apprezzino il mio solito approccio “laico” al calcio cittadino. Non sono e non voglio fare l’addetto stampa di chicchessìa fingendo di fare il giornalista, come riesce benissimo ad altri più celebrati e famosi cronisti millepiedi maleducati e arroganti, ma tentare di fare valutazioni il più possibile oggettive e, a giudicare dal successo di questa rubrica, questo alla lunga paga.
Ciò detto, sono convinto che questo connubio fra squadra e tifo organizzato sia comunque indicativo e vincente, soprattutto valutando quanto e come Enea, e questa proprietà sia malamente recepita dai tifosi. Dico questo perché sarebbe bene fare un piccolo sforzo di memoria: proprio chi scrive, sin dai primi vagiti di questa nuova proprietà, ha chiesto a Enea di far fagotto e andarsene assieme ai suoi accoliti e l’ha ripetuto ossessivamente anche quando i giornalisti mandrogni non avevano ancora preso posizione sulla nuova proprietà, con l’Associazione Idealegrigio che tubava amorevolmente con questa gestione. Se poi si dicono bugie spacciandole per verità (specialità d’un giornalista in particolare che ha creduto che una società senza regole e autorevolezza come quella di Enea potesse durare all’infinito, lasciandogli fare tutte cose inimmaginabili in qualunque altra società professionistica) va bene lo stesso, intanto saranno i lettori a dare il giudizio finale sulla credibilità e sui criteri adottati da ognuno.
Enea, lo ripeto, se ne deve andare, con o senza Pedretti, perché sono state le sue scelte di uomini e collaboratori a rivelarsi di basso profilo ma, soprattutto, perché, pur cercando di lisciare il pelo alla piazza attraverso parole in libertà tipiche d’un imbonitore di piazza campione nella tentata vendita, per Enea il foglio di via da questa città gli sta per essere notificato dalla città stessa, e anticipato dal tifo organizzato proprio lunedì scorso al Mocca.
Quanto al giornalista succitato che, fiutata l’aria, ha cambiato cavallo come sua prassi, una riflessione: dopo la campagna acquisti estiva della Serie B, nonostante le nostre, tra le altre, pressanti richieste d’una conferenza stampa nella quale il DS di allora Artico ci potesse raccontare  la ratio del suo mercato, perché tale evento non si è mai organizzato? Questo giornalista allora non aveva insistito perché il DS suo amico superasse le remore e si confrontasse con la stampa. Ebbene la settimana scorsa lo stesso cronista invece ha intimato con tono perentorio, frutto d’un atteggiamento sprezzante e arrogante, alla società di far parlare Fiorin “anche del mercato”.
Del mercato, in una società che si rispetti, parla il DS e non il Mister, se poi invece si tenta di organizzare un agguato è un altro discorso. Ma gli agguati non dovrebbero farli i giornalisti e, comunque, non si organizzano alla vigilia della prima di campionato e di un derby se si hanno a cuore i Grigi e i giocatori, sì, proprio loro. Cioè quelli che pare non abbiano gradito la presenza incombente e inopportuna di detto giornalista al campo di allenamento e nei pressi dello spogliatoio durante il periodo di preparazione. Adesso vedremo quando e come questo Premio Pulitzer si ripeterà nell’impresa col risultato di di rivelarsi ancora una volta una grottesca caricatura di professionista della piuma: i suoi colleghi, che io sappia, non aspettano altro per farsi quattro risate alle spalle sue e del media sul quale, ahimè, imbratta la pagine.

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