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Il professor Dondero del progetto Scenarios è laconico: “Solvay non fornisce i dati richiesti”; cosa c’è da nascondere?

Alessandria – La notizia preoccupa: la Solvay di Spinetta non fornisce dati sul C6O4 (Pfas) il cui sale ammonico è utilizzato come ausiliario industriale nella produzione di fluoropolimeri nello stabilimento Solvay di Spinetta Marengo. Tracce di C6O4 sono state trovate anche nelle acque di falda superficiali (non nei pozzi per l’approvvigionamento idrico) intorno allo stabilimento alessandrino dove è prodotto dal 2012 in sostituzione del Pfoa che è l’acido perfluoroottanoico il cui sale, il perfluoroottanoato, è usato come tensioattivo nella polimerizzazione in emulsione per la produzione di polimeri fluorurati. Il problema è che Echa (Agenzia europea delle sostanze chimiche) classifica il C6O4 come tossico per ingestione. E non è un problema da poco. Un problema che, oltre ad essere tecnico per l’azienda che lo tratta è pericoloso per l’uomo. Ma non solo: insospettisce l’atteggiamento di Solvay che non ha ancora fornito i dati richiesti dal professor Francesco Dondero dell’Università del Piemonte Orientale che è stato sentito in Commissione Sicurezza e Ambiente nell’ambito del progetto “Scenarios” dedicato allo studio dei Pfas, un progetto che lo vede promotore e coordinatore, per cui è stato stanziato un contributo di quasi 12 milioni di euro dall’Europa “per raggiungere l’inquinamento zero per un ambiente libero da sostanze tossiche”. Questo progetto comprende 19 organizzazioni di 10 Paesi europei, oltre a Israele, Usa e Canada, e vede come partner strategico l’Azienda Ospedaliera di Alessandria col Dipartimento delle Attività Integrate Ricerca e Innovazione e Azienda Sanitaria Locale. Il problema maggiore è che I Pfas sono sostanze che non hanno una via di degradazione, l’unica cosa che può succedere è la loro circolazione, sono destinate a restare o, al massimo, circolare nell’ambiente. La denuncia di Dondero non lascia spazio a interpretazioni quando, in una recente intervista, ha detto che “il C604 è una molecola piccola che sfugge al controllo dei sistemi di ritenzione di Solvay visto che lo stiamo trovando negli scarichi del Bormida. Di questo Solvay è consapevole: c’è una legge regionale che consente livelli di emissioni che sono rispettati in questo momento”.
Ma i chimici di Solvay tacciono e non forniscono dati, e la cosa preoccupa.

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