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Il governo: Acciaierie d’Italia vivrà; previsto un tavolo per il 7 novembre

Roma – Un migliaio di lavoratori dipendenti dell’ex Ilva (oggi Acciaierie d’Italia) provenienti da Genova, Novi Ligure, Legnaro, Marghera, Milano e Racconigi hanno raggiunto Palazzo Chigi in corteo con cori e slogan all’indirizzo del governo, azionista di Acciaierie d’Italia attraverso Invitalia, accusato di “portare avanti una trattativa secretata con ArcelorMittal” senza trattare coi sindacati e coi “lavoratori che tengono in vita gli impianti” in fabbriche “prive di qualsiasi tipo di investimento e manutenzione”.
Il corteo non era ancora partito quando è arrivata la convocazione di Palazzo Chigi per i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm. Roberto Benaglia, Michele De Palma e Rocco Palombella sono stati ricevuti dai capi di gabinetto di Giorgia Meloni e dei ministri Adolfo Urso (Imprese) e Maria Elvira Calderone (Lavoro). L’incontro è servito a poco perché i sindacati hanno ribadito che dallo stato di agitazione non si potrà uscire “sino a quando non si raggiunge un accordo”. Un primo risultato c’è in quanto è stato fissato un incontro tra le parti a Roma martedì 7 novembre. Per quanto riguarda lo stabilimento di Novi Ligure resta il nodo d’una produzione ridotta ai minimi termini e un indotto in gravissima crisi. A Roma c’era anche il sindaco di Novi Rocchino Muliere che ha preso la parola per sottolineare l’importanza dello stabilimento novese e per ciò che rappresenta per la città. A Novi l’ex Ilva ha 600 lavoratori ma in passato (Italsider) ce ne sono stati molti di più. Da parte del governo c’è stata attenzione sulla vicenda confermando che sia esclusa ogni ipotesi di chiusura o di amministrazione straordinaria.

Foto La Presse

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