Press "Enter" to skip to content

Facciamo un lavoro solo, ma facciamolo bene

Leggo su Alessandria Oggi del doppio lavoro in Amag e le dimissioni del Garante dei diritti degli Anziani per incompatibilità con la carica di amministratore di Società cooperativa. Si sa: non siamo capaci a dire di no se qualcuno ci viene a proporre di lavorare un poco di più. Non teniamo in considerazione leggi, divieti o semplicemente uno straccio di moralità. Tutto costa: figli, coniugi (adesso che le famiglie sono istituti precari e con scadenza) e l’arte di arrangiarsi è vecchia come la prostituzione e la corruzione. Ci si è messo poi anche quel povero diavolo di Berlusconi (pace all’anima sua) che, attirandosi le ire funeste dei padani magistrati, ha finito per essere bersaglio dell’ennesima legge ad personam nel nostro Paese: La legge Severino del 2012 ed è risaputo: quando ci toccano sulla morale diventiamo moralisti. Così giù ineleggibilità di qua, vai con incompatibilità di là. Alla fine, non capendoci più niente, ognuno fa quel che vuole (Tomasi di Lampedusa docet: “Tutto cambi perché tutto resti come prima”), almeno fino a quando a qualcuno non viene il prurito di farsi gli affari tuoi gridando allo scandalo. E tu ti arrabbi col mondo tranne che con l’unico con cui dovresti prendertela: te stesso. Lasciatemi, però, il piacere di raccontarvi la morale di questa storia: prima che il mondo protestante weberiano finisse per leggere l’uomo esclusivamente come soggetto di un contratto con altri, distruggendo così la sua essenza divina ed eterna (perché i contratti sono quasi sempre a termine o comunque si possono risolvere), le persone erano individuate per un loro status permanente che ne definiva diritti e doveri (la grande conquista dell’illuminismo fu la rivendicazione di poter cambiare status non contratto). Tra i vari status c’era quello delle magistrature per il quale censure e incompatibilità erano certe, fisse e rigide per chi ne faceva parte. Nessuno avrebbe mai censurato un artigiano o un bracciante agricolo per un doppio lavoro. Ricoprire il ruolo di Presidente di una Società pubblica o di Garante di una intera categoria di persone ti fanno rientrare nello status di magistrato con tutte le conseguenze che ho esposto. Cari Signori Perissinotto e Costantino (“spontaneamente” dimesso) fatevene una ragione.

Comments are closed.