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BISOGNA SEMPRE PARTIRE DAI DATI PRIMA DI ESPRIMERE UN’OPINIONE

Uno dei must del giornalismo è semplificare le cose complesse. Il più delle volte si esagera. Luciano Bevilacqua, con il quale ho scritto un poderoso libro sulla cultura alessandrina dal dopoguerra fino agli anni Ottanta, soleva ricordarmi che il giornalista è colui che “spiega in 30 righe quello che non ha capito in 200”. Dopodiché lo stesso Bevilacqua scriveva pagine di monumentale saggistica utilizzando il punto solo dopo periodi infiniti perfettamente interconnessi, che duravano pagine, per il più profondo disdoro dei tipografi che non riuscivano a trovare spazi possibili per un “a capo” o per far quadrare la forma.
Vi ho raccontato questa piccola “pillola di vita in redazione” per significarvi come non sempre sia possibile semplificare e, molte volte, il farlo equivale a dare un’idea del tutto sbagliata dei fatti che invece si vorrebbero riferire. È un limite del giornalismo.
Oggi il giornalista si trova davanti a vere montagne da scalare, ma diversamente da quel che succedeva tanti anni fa quando le notizie erano poche e occorreva integrarle con inchieste ed approfondimenti continui, voci, opinioni, ora la semplificazione appare ancor più doverosa, visto la massa dei dati che si hanno a disposizione. Si pensi solo al Web e a ciò che può riservare in termini di conoscenza.
Allora – e il direttore Andrea Guenna già lo applica alla cronaca – si tratta di raccogliere questa dovizia e stare a riflettere un poco. Occorre ragionare sugli Open Big Data e sperimentare che giornalismo ne può scaturire. E come questo giornalismo possa essere coniugato con la realtà di Alessandria e dei suoi dintorni, in modo da far pensare il lettore, da far aprire la mente a chi scrive e a chi legge, tanto per non essere catartico e conclusivo. Partire dai dati, prima di esprimere un’opinione. Praticamente fare l’opposto di quello che succede ogni istante sui Social.
Detto ciò, che potrebbe essere l’impronta costante di questa rubrica, v’è ancora da spiegare il titolo, cioè il riferimento alla Fraschéta, visto che la luce dovrebbe essere fornita dalla conoscenza.
Marengo, lo si sa, è uno dei borghi fondativi di Alessandria e la Fraschéta è l’insieme che lo contiene. È incredibile terra di frontiera ove si sono condotte le azioni più gravi, ma anche quelle più rilevanti e simboliche per la modernità. Basti far riferimento alla battaglia di Marengo e a ciò che ne è scaturito, sia in termini di evoluzione civile, sia come insorgenze e brigantaggio antifrancese. Sono rimaste più a lungo le evoluzioni, tanto per non sminuire, e anche questa è una ragione per ritenere che la rubrica non arriva dalla campagna in soccorso della città, ma è parte di città essa stessa.
Proverò, da qui in avanti, a dimostrare questi assunti, ringraziando ancora Guenna per avermi dato uno spazio così impegnativo, promettendogli, in buona fine, di non occuparmi di buchi nelle pavimentazioni o panchine sventrate, cosa, peraltro, che potrebbe benissimo essere, se conteggiata nell’ordine di almeno un anno, e tranquillamente costituire una buona base per un Big Open Data.

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