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L’IMPORTANZA DELLA SINDONE PER NOI CRISTIANI

La sindone rappresenta non soltanto la più straordinaria testimonianza iconica cristologica ma anche una sfida in termini di metodo sul rapporto tra fede e ragione, e tra mistero e scienza. Quando cardinal Ballestrero sottopose alla prova del carbonio 14 il lino torinese qualcuno storse il naso come se il fatto avesse dovuto rappresentare una profanazione a un documento sulla storicità del Redentore Cristiano che rappresenta da sempre un potente stimolo alla via verso Cristo attraverso la Croce e la Resurrezione.
La risposta paradossale che ne derivò e che fece frettolosamente attribuire ad un falso medievale questa immensa testimonianza non scosse la fede di chi credeva né sciolse i dubbi degli scettici. Infatti, la prima obiezione che può essere fatta è che essendo le fibre esposte ai numerosi incendi, in particolare quello di Chambéry del XIV secolo e ad altre precedenti a Costantinopoli, il carbonio datato dall’esperimento fosse riferibile a quelle impregnazioni.
Ma ciò che forse più di ogni altra cosa rappresenta oggi una provocazione allo scientismo ideologico è la natura stessa dell’impressione sindonica. Una perfetta fotografia in negativo che nessuno oggi, neppure con le moderne tecnologie, sarebbe in grado di riprodurre. La lettura più suggestiva è quella compiuta nel laboratorio Enea qualche anno fa. Se la sindone è una fotografia stampata su un telo di lino impregnato di oli essenziali di origine vegetale, come lastra fotografica, qualcuno dovrebbe spiegare quale potente lampo di luce è riuscito a imprimerla come un flash elevato alla milionesima potenza. Come se esattamente un corpo fatto di materia, ossigeno idrogeno carbonio azoto e altri elementi, si fosse trasformato in un lampo di luce ad altissima energia che ha attraversato la materia sindonica, lasciando impressa la forma di questa miracolosa transustanziazione.
Infatti, anche la testimonianza evangelica ci parla di un sepolcro vuoto con delle bende lasciate dov’erano, come se la presenza materiale che era contenuta l‘avesse attraversato e trasformato in lampo di energia. “Il signore della vita era morto, ora è vivo e trionfa”. Quel corpo che si fa pura luce è la più convincente condensazione del racconto dell’annuncio della fede e della narrazione logica descritta con le parole della scienza moderna e della fisica quantistica delle alte energie. Ma se l’annuncio fosse interamente spiegabile sarebbe una certezza che mortifica nella ragione la nostra libertà di amare.
Amare è credere in quel Cristo Dio alla cui luce i Figli della Luce stessa si ispirano nella speranza della prospettiva di risorgere essi stessi da una materia che si fa pura energia per l’eternità al di fuori del tempo.

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