‘Ndrangheta alessandrina: la verità politica

da Corrado Parise
L’inchiesta di Alessandria in Movimento merita apprezzamento e sostegno, innanzitutto per l’attenzione ed il lavoro svolto, prima e al di là di ogni considerazione politica o di merito. Come ogni iniziativa tesa a capire la realtà in cui viviamo, specie se condotta col metodo della documentazione e con spirito antiretorico. Non sappiamo quanti riscontri ci siano ad alcuni dei collegamenti effettuati, o quali riscontri giudiziari si troveranno. Ma qui, come sul caso Penati, non deve interessarci la verità giudiziaria, bensì la verità politica. Molti la conoscono e pochissimi non fingono di ignorarla. La verità politica ci dice che la criminalità dei colletti bianchi, di interi, enormi pezzi di classe dirigente, non solo politica, è parte sostanziale del sistema-Italia. E il sistema-Alessandria non fa eccezione. Sulla vicenda ‘ndrangheta sono state scarsissime le prese di posizione politiche e – quando non minimizzanti – quasi tutte retoriche o di prammatica. Sulla vicenda mafia, nessuna. C’è un enorme e colpevole ritardo della politica alessandrina, di destra e di sinistra, su questi argomenti, che somiglia spesso, più che a disattenzione o sottovalutazione, a un silenzio-assenso. Noi stiamo dalla parte di chi si batte per cercare verità e giustizia; non ci stancheremo mai di ripeterlo: il sistema mafia-colletti bianchi-politica è un problema di giustizia sociale, prima che giudiziario, perché toglie risorse a tutti per darle a pochi, ricchezza ai poveri per darla ai ricchi. Fa bene Alessandria in Movimento ad indagare e farsi domande. Fa bene chi, come Bellotti, chiede una commissione d’inchiesta su una vicenda come quella di Valle San Bartolomeo. C’è bisogno di chiarezza su quella questione e su tutto l’operato della Commissione Territorio degli ultimi anni. Da Falcone a Saviano a quest’ultima inchiesta, tutti dicono la stessa cosa: chi vuol capire come funziona la Vecchia Italia deve partire dal cemento. E chi vuole una Nuova Italia, – pure.

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