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NUOVO AVVISO DI GARANZIA A VENDOLA

Abuso d’ufficio, falso e peculato nell’accordo con un ospedale ecclesiastico. Coinvolto un vescovo

di Carmine Festa

Bari (da La Stampa) – Due avvisi di garanzia in due giorni. Due inchieste sulla sanità pugliese che nell’arco di 48 ore coinvolgono il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. Ventiquattr’ore dopo aver ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini con l’accusa di concorso in abuso d’ufficio per presunte pressioni sull’ex manager Asl Lea Cosentino relative alla nomina di un primario, il governatore finisce di nuovo nel registro della Procura di Bari. Stavolta il caso riguarda una transazione da circa 45 milioni di euro tra la Regione Puglia e l’ospedale ecclesiastico Miulli di Acquaviva delle Fonti, nel Barese. Per questa indagine il pm Desirée Digeronimo ipotizza a carico del presidente pugliese i reati di abuso d’ufficio, peculato e falso. Indagati anche gli ex assessori alla sanità Alberto Tedesco e Tommaso Fiore, monsignor Mario Paciello, vescovo della diocesi di AltamuraGravina-Acquaviva delle Fonti e don Mimmo Laddaga, direttore dell’ospedale.
L’inchiesta che ha portato ancora una volta all’iscrizione del nome di Vendola nel registro degli indagati si riferisce ad un accordo che sarebbe servito a chiudere un contenzioso tra la Regione guidata da Vendola e l’ospedale Miulli: 80 milioni di spese per la costruzione della nuova sede dell’ ospedale che una transazione avrebbe dovuto ridurre a 42,6 milioni per chiudere la lite giudiziaria. L’ospedale Miulli ha sostenuto di avere speso 76 milioni di risorse proprie sino alla fine del 2008 perché non avrebbe potuto utilizzare i fondi regionali destinati all’edilizia sanitaria.
Vendola ha commentato: «Dal tenore dell’atto non sono in grado di capire ciò che mi sarebbe addebitato». Poche parole a caldo e meno decise di quelle che solo 24 ore prima il governatore pugliese aveva usato per respingere le accuse rivolte contro di lui da Lady Asl, che ha rivelato durante un interrogatorio che il presidente della Puglia l’avrebbe convinta a riaprire i termini di un concorso per favorire la nomina di Paolo Sardelli a primario. Vendola non trattiene però il suo disappunto per il secondo avviso della Procura: «Sono rammaricato di aver ricevuto solo oggi questa notizia – ha aggiunto – perché se la stessa mi fosse stata comunicata appena ventiquattro ore prima, come nel mio costume, avrei potuto informare io stesso la stampa e l’opinione pubblica in un’unica soluzione». E già perché quando l’altro ieri il governatore ha saputo del primo avviso della Procura di Bari ha convocato i giornalisti per spiegare il suo punto di vista rispetto alle accuse. Questa volta non ne ha avuto il tempo.
Con lui risultano indagati i due ex assessori alla sanità pugliese. Alberto Tedesco coinvolto anche in altre inchieste che lo spinsero nel 2009 alle dimissioni dalla carica e Tommaso Fiore, suo successore, che ha lasciato l’assessorato poche settimane fa per far posto a Ettore Attolini. Tutti e tre di nomina vendoliana. Tommaso Fiore commenta così l’inchiesta che lo coinvolge: «Si tratta di una transazione del 2009 sulla quale il Consiglio di Stato ancora si deve esprimere». Ma è chiaro che dalla Procura arrivano segnali precisi per il mondo della sanità pugliese che da quattro anni ormai non trova pace.
E sempre ieri i magistrati hanno concluso le indagini sulle cliniche private della Puglia. Sono 47 gli indagati nell’ambito di verifiche su procedure per gli accreditamenti con la sanità pubblica. Tra gli indagati, ancora una volta Tedesco.
45 milioni
Il valore della transazione tra Regione Puglia e Ospedale Miulli
80 milioni
Il costo di costruzione della nuova sede dell’Ospedale di Acquaviva delle Fonti

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