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Neppure il Duce ce l’aveva tanto coi massoni quanto Rosy Bindi

di Aldo Mola – Tra poco un decreto legge immediatamente esecutivo cancellerà tutte le intitolazioni di scuole, strade e piazze a Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Enrico Fermi ecc.? Perché? Semplice. Erano massoni. E così verranno abbattuti i monumenti di Giuseppe Garibaldi, a cominciare da quello al Gianicolo, ornato di squadra e compasso, e questi stessi simboli verranno raschiati dalla facciata del Pantheon, come tutti i triangoli equilateri, a cominciare dal Sant’Ignazio di Roma: prova provata che massoni e gesuiti sono di una stessa pasta.
Questa offensiva contro la Massoneria è scattata il 1°marzo, mercoledì delle Ceneri, quando la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, ha fatto sequestrare gli elenchi degli iscritti di quattro Comunità massoniche italiane e carte varie. Ne verranno estratti i nomi dei “fratelli” di Sicilia e Calabria: senza una “notizia criminis” specifica a loro carico, ma “solo” per appurare se vi figurino persone oggetto di indagini già in corso.
L’obiettivo vero dei massonofagi è però ben altro: la pubblicazione degli elenchi di tutti i massoni d’Italia (23.000 del Grande Oriente, 8.000 della Gran Loggia d’Italia e via continuando). Non solo. Davide Mattiello, deputato del Partito Democratico, chiede l’interdizione ai massoni dalle alte cariche dello Stato: diplomatici, ufficiali superiori, magistrati, prefetti, docenti e ricercatori universitari. Per la proprietà transitiva i massoni verranno esclusi dai Consigli d’amministrazione di banche e imprese d’interesse pubblico e dalle gare ad appalti. Siamo dunque alle liste di proscrizione? Con quali motivazioni? Mistero. Stupisce il silenzio compatto dei media radiotelevisivi (con la solita benemerita eccezione di Radio Radicale  e dell’on. Daniele Capezzone, liberale autentico) e dei quotidiani più diffusi. Perciò, in questa repubblica fondata sull’ignoranza, un ripassino di storia s’impone. Tacere sarebbe connivenza con il liberticidio.
Va ricordato, in sintesi, che senza la lunga ed emblematica serie di massoni non solo l’Italia oggi sarebbe meno civile. Nei tre secoli dalla loro costituzione nella forma attuale (“iniziatica” anziché meramente “operativa”) le logge dell’Italia nord-occidentale hanno contato il cattolicissimo Joseph de Maistre, Vittorio Alfieri, Michele Coppino (che istituì la scuola elementare obbligatoria e gratuita), un lungo elenco di generali (Luigi Capello, Ugo Cavallero…), ambasciatori, giuristi insigni (il celebre ministro Lorenzo Eula), scienziati (da Sebastano Giraud a Giorgio Cavallo, Rettore dell’Università di Torino…), storici come Ferdinando Gabotto, un genio come Giuseppe Peano, massimo logico-matematico, e un lungo elenco di politici e di ecclesiastici, che teniamo a disposizione caso mai servisse. In una loggia d’Imperia fu affiliato il siciliano Salvatore Quasimodo, Premio Nobel per la letteratura, come Dulbecco, padre del Nobel per la Medicina, mentre il floricoltore Mario Calvino, padre di Italo, l’autore del “Barone Rampante”, affascinante fiaba massonica, venne affiliato a San Remo.
Allora bisogna pur decidere: sui circa 500.000 italiani iniziati alla Massoneria dal Settecento a oggi qualcuno avrà pur compiuto marachelle. E allora? L’altro 99,9% non fu e non è di malfattori. Non lo pensò neppure Mussolini, che non sequestrò mai elenchi di logge e che  per impiantare l’IRI si rivolse al massone Alberto Beneduce, in ottimi rapporti con Vittorio Valletta e tanti capitani d’industria iniziati in loggia. Nel clima attuale di caccia alle streghe va ricordato che la libertà non si perde a fettine: muore tutta insieme quando viene messa in discussione. Va ricordato che l’Italia non ancora ha una legge chiara sulle associazioni, a differenza della vicina Francia, che se ne dotò dal 1901: 116 anni orsono. Ma mentre Rosy Bindi ordinava il sequestro “manu militari” degli elenchi, il presidente della Repubblica francese rendeva omaggio a Christophe Habas, gran maestro del Grande Oriente di Francia (“gemellato” con la Gran Loggia d’Italia”), perché Oltralpe non si sognano di buttare alle ortiche tre secoli di massoneria, dagli enciclopedisti e illuministi a Mendès France e ai tanti massoni che ne hanno fatto la storia: proprio come l’Italia, che nacque ed esiste grazie ai massoni. Ma al di qua delle Alpi ci vogliamo male.

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