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DA FIS, USB, CUB

COMUNICATO DEL 28.06.2012 IN MERITO ALLA CONTRATTAZIONE DECENTRATA 2011/2012
Non abbiamo firmato il contratto decentrato integrativo, per questo ci scusiamo con i lavoratori di questo ente, purtroppo a forza di abbassare la spalla non siamo più riusciti ad impugnare la penna.

I sottoscritti STORNINI Ernestino (FSI), POZZI Giancarlo (USB) e FRANCICA Antonio (CUB), nel pieno rispetto delle decisioni assunte dagli altri membri RSU che hanno siglato in data odierna l’accordo con la delegazione trattante di parte pubblica, informano i colleghi di essere venuti meno alla firma delle ipotesi di contratto, per i seguenti motivi: a fronte di una richiesta iniziale, firmata congiuntamente dalla maggioranza delle sigle RSU con un documento sottoscritto in data 28.05.2012, il quale prevedeva che a fronte delle annunciate decurtazioni al fondo dei dipendenti previste dal “Decreto Brunetta”, si portasse contestualmente avanti un discorso di equity con tagli paritari (in percentuale) su ogni categoria stipendiale (tra cui era prevista in particolare una modesta riduzione anche dell’indennità di risultato degli I.P.O., fino al raggiungimento di 100.000 euro a favore del Fondo Incentivazione Produttivita generale), secondo il nostro punto di vista in questa lunga e complessa trattativa, più che le risorse è venuto a mancare il rispetto dei principi essenziali della proposta avanzata inizialmente all’amministrazione di questo Ente. In primis, quello della riduzione dell’indennità di risultato di alcune categorie stipendiali superiori, in quanto l’ipotesi avanzata dalla RSU nella sua collegiality (peraltro condivisa anche da Pozzi e Francica sino all’ultimo minuto) prevedeva sia il blocco del turnover di I.P.O. e dei Dirigenti, unitamente alla c.d. “conditio sine qua non” vale a dire che gli unici fondi messi a disposizione derivassero da risparmi ottenuti con cessazioni I.P.O. e riassetti di tale struttura organizzativa per un ammontare di 100.000 Euro, (importo poi rimodulato a seguito di ulteriori mediazioni, a 64.000 euro + 11.000 Euro), fondi che l’amministrazione si a resa disponibile a reperire. Tuttavia, il punto cruciale sul quale la delegazione trattante di parte pubblica non ha voluto rinunciare e che ci ha immediatamente impedito di firmare l’accordo, riguarda purtroppo le discutibili previsioni contenute nell’articolo 1 comma 5 del contralto collettivo decentrato integrative (che la RSU a maggioranza aveva deciso di stralciare poco prima dell’incontro decisivo con la delegazione), le quali potrebbero ipoteticamente diventare un vero boomerang se alcune condizioni non si realizzassero come previsto.
In pratica, qualora il raggiungimento di 64.000 + 11.000 euro non si concretizzasse per vane ragioni attraverso i processi volti alla razionalizzazione della struttura organizzativa degli I.P.O. (vedasi cessazioni o trasformazione del rapporto di lavoro) l’Amministrazione Provinciale sarebbe costretta in subordine a rivedere dotazioni strumentali e attività gestionali al fine di realizzare economie di spesa da destinarsi, nel rispetto delle previsioni normative e contrattuali, al concorso del mantenimento delle attuali consistenze del Fondo per le risorse decentrate destinate all’incentivazione delle politiche di sviluppo delle risorse umane e della produttivita.
In verità, anziché una rivisitazione delle dotazioni strumentali (autovetture di servizio, computer, telefonia mobile), e come sottolineato dallo stesso comma 6 dell’art.1 della disciplina di alcuni istituti contrattuali (p.e. indennità di reperibilità, etc.), avremmo invece auspicato una azione sindacale più incisiva volta a spronare l’amministrazione verso una concreta attuazione dell’articolo 16 del D.L. 98/2011, peraltro da alcuni di noi già proposta in tempi non sospetti, stimolando i dirigenti ma al tempo stesso anche gli stessi dipendenti, alla presentazione di concrete proposte di contenimento della spesa generale (3 DIPARTIMENTI???), attraverso l’adozione di uno specifico piano triennale che prevedesse contestualmente anche la riduzione dei costi della politica (dei quali non si è ancora riusciti ad ottenere riscontro).
Con una azione di questo tipo, che ricordiamo è rimessa per legge alla volontà delle singole amministrazioni, si sarebbe certamente potuto aumentare il fondo per la contrattazione decentrata per un importo pari al 50% dei risparmi conseguiti, evitando di dover applicare nella peggiore delle ipotesi spiacevoli rivisitazioni che provocherebbero solo un peggioramento della qualità dei servizi resi all’utenza.
Conseguentemente il nostro NO non deve essere interpretato come pregiudiziale, bensì maturato da precise convinzioni derivanti anche dalle venute meno condizioni iniziali che riteniamo di dover difendere con assoluta coerenza e dignità, nonché dall’impossibilità visti i tempi ristretti, di confrontarsi apertamente con tutti colleghi i quali avrebbero potuto meglio indirizzarci sul giusto percorso da compiere.

Stornini Ernestino (FIS)
Pozzi Giancarlo (USB)
Francica Antonio (CUB)

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