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Le gravi inesattezze di Saitta a proposito del mesotelioma

Casale Monferrato (Gianni Patrucco) – Tra le varie amenità che si leggono a proposito del progetto di ricerca per la cura del mesotelioma, il cancro dell’amianto, di cui si occupano l’Asl Al e Ufim (Unità Funzionale Interaziendale Mesotelioma), ora sul foglio della Fca mi tocca leggere che il protocollo di Casale diventerà un modello nazionale, come ha avuto l’ardire di affermare pubblicamente (ma prima di parlare, i nostri politici, verificano quello che dicono, o parlano a vanvera come Renzi?) ieri l’assessore regionale alla sanità Antonio Saitta al comitato strategico amianto. Secondo Saitta, Ufim diventerà una struttura stabile nella sanità regionale, per cui vivrà anche dopo la fase sperimentale, continuando la ricerca sul mesotelioma. Ha poi aggiunto che nel progetto di ricerca attivato dall’Aso, in partneriato con Asl, istituto Mario Negri, istituto Romagnolo di Meldola, dipartimenti di Medicina e di Scienze della salute dell’Upo, entrerà anche l’Università di Torino col Dipartimento di Oncologia di cui fanno parte gli istituti di ricerca del S. Luigi, di Candiolo e delle Molinette. Fin qui tutto vero, anche se la zuppa non è cambiata rispetto all’anno scorso, ma quando Saitta dice che ci sono già 3,8 milioni pronti per essere investiti nel progetto da parte della Regione, mi deve spiegare dove li prende. Infatti quei soldi non ci sono e, in caso contrario, sono solo ipotetici in quanto farebbero parte del risarcimento milionario chiesto a Stephan Schmidheiny, l’imprenditore svizzero condannato a 18 anni di carcere dalla corte d’appello di Torino per il disastro ambientale provocato dall’amianto negli stabilimenti Eternit, che deve risarcire i parenti delle vittime e la cittadinanza di Casale. Ma quei soldi Schmidheiny non li ha ancora tirati fuori e non si sa quando, ma soprattutto se, li tirerà fuori perché i suoi avvocati vogliono essere sicuri che serviranno veramente per la ricerca sul mesotelioma. E qui casca l’asino in quanto l’inibitore del mesotelioma che mira ad attaccare selettivamente i vasi sanguigni tumorali per distruggerli che è alla base della magnificata ricerca medico scientifica di cui parla Saitta, dopo la sperimentazione che avrebbe coinvolto 87 pazienti nel mondo, di cui 15 all’Ufim a Casale Monferrato con la collaborazione dell’unità di ricerca presente all’ospedale di Alessandria, diretta dal dottor Antonio Maconi, avrebbe prodotto un allungamento del periodo con malattia stabile di 4 mesi, risultato modesto e raggiungibile anche con trattamenti già disponibili, mentre in alcuni casi la massa tumorale si sarebbe ridotta, ma non è stato specificato se ciò non sia per caso dovuto alla chemio abbinata all’inibitore. A confermare la qualità degli abstract, cioè dei riassunti che raccolgono i punti salienti della ricerca, è il professor Giorgio Vittorio Scagliotti, direttore dell’oncologia medica dell’Università di Torino. Ma va? La stessa università che è di recente entrata nel progetto di ricerca attivato dall’Aso e dall’Asl Al. E proprio Scagliotti è stato individuato senza ombra di dubbio  come un consulente pagato dalla ditta farmaceutica Boehringer-Ingelheim che produce quell’inutile ma costosissimo inibitore alla base della presunta ricerca.
Non è finita perché in quella presunta ricerca entra anche l’istituto del S. Luigi di Orbassano di cui è referente la dottoressa Silvia Novello, grande amica di Scagliotti, anche lei a “libro paga” della ditta farmaceutica Boehringer-Ingelheim. Ma va?
Riassumento: la dottoressa Grosso di Ufim porta avanti un protocollo superato che fa uso di anti angiogenici, ipotizzato nel lontano 2001. Si tratta di uno di quei farmaci testati molto tempo fa che hanno fornito (in una sola sperimentazione condotta in Francia) un modestissimo (meno di tre mesi) miglioramento della sopravvivenza. Appartiene alla famiglia delle  tirosin.chinasi receptors e il suo possibile utilizzo nel mesotelioma è stato testato più volte in tutto il mondo dimostrando di non migliorare significativamente la sopravvivenza, sia utilizzato singolarmente che con chemioterapia.
Egregio assessore Saitta se queste sono le novità meritevoli di finanziamenti coi soldi pubblici, che non ci sono, siamo a posto.
E io pago.

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