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Per l’ennesima volta la storia dimostra che era molto meglio quando c’era Lui

di Andrea Guenna – L’Europa nega gli aiuti all’Italia per il terremoto dell’agosto dell’anno scorso. E ha ragione, nonostante le proteste dei Grillini che scrivono: “Non è più solo egoismo, è un ricatto. La Germania – forte dell’appoggio di Olanda, Regno Unito, Austria, Svezia, Danimarca e Finlandia – ha bloccato gli aiuti promessi dall’lEuropa per la ricostruzione degli edifici danneggiati dal terremoto del Centro Italia. Il Consiglio, riunito ieri in sede di Coreper, non ha trovato un accordo sul dossier ‘disastri naturali’ che finanzia la ricostruzione attraverso il fondo Fondo europeo di sviluppo regionale”.
La verità è che l’Europa non si fida di noi perché siamo un popolo di ladri, come canta Venditti, e non vogliono buttar via soldi dandoli agli italiani.
Non è necessario essere fascisti per riconoscere che il Duce aveva fatto meglio, molto meglio, nella tragica circostanza del terremoto del Vulture (luglio 1930), addirittura più devastante di quello dell’anno scorso. Infatti ben 87 anni fa quel tremendo sisma, avvenuto sempre sulla dorsale appenninica poco a sud di quello del 24-28 agosto 2016 e di magnitudo superiore, 6,7 (quella di Amatrice è stata di 6 – 6,2), causò un numero di vittime quasi cinque volte maggiore di quello delle Marche: 1404 contro le circa 300.
Il Duce, non appena ebbe notizia del disastro, convocò il ministro dei Lavori Pubblici Araldo Di Crollalanza e gli affidò in toto l’opera di soccorso e ricostruzione. Di Crollalanza dispose in poche ore il trasferimento di tutti gli uffici del Genio Civile nella zona terremotata, come previsto dal piano di intervento e dalle tabelle di mobilitazione che venivano periodicamente aggiornate. A Roma Termini, su un binario dedicato, era sempre a disposizione un treno speciale, completo di materiale di pronto intervento, munito di apparecchiature per demolizioni e quant’altro necessario per provvedere alle prime esigenze di soccorso e di assistenza alle popolazioni terremotate.
I lavori iniziarono immediatamente.
Dopo aver assicurato gli attendamenti e la prima assistenza, furono incaricate numerose imprese edili che giunsero sul posto con tutta l’attrezzatura. Lavorando su schemi di progetti standard si poté dare inizio alla costruzione di casette antisismiche a un piano di due o tre stanze più servizi e, nello stesso tempo, fu dato il via alla riparazione di migliaia di abitazioni ristrutturabili per riconsegnarle ai sinistrati prima dell’arrivo dell’inverno. In tre mesi le prime case furono consegnate alle popolazioni della Campania, della Lucania e della Puglia. Ne furono costruite 3.746 e riparate 5.190. Quelle stesse case furono le uniche a resistere cinquant’anni dopo al terremoto dell’Irpinia e l’anno scorso a quello del Centro Italia.
A Natale i lavori erano finiti.
Alla fine Araldo Di Crollalanza avanzò dei soldi e li rese al Duce che li consegnò, per competenza, all’allora ministro delle finanze Guido Jung.
Sembra una storia incredibile, proprio perché siamo pur sempre in Italia, ma è andata proprio così.
E poi dicono che non bisogna essere fascisti.
Ma li diventiamo per forza grazie a questi politici ladri, bugiardi e incapaci.

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