Press "Enter" to skip to content

Bossetti condannato al di là di ogni ragionevole esistenza di prove

Servirebbe una microspia per sapere perché sono servite 15 ore di camera di consiglio per confermare l’ergastolo a Massimo Bossetti, però si possono fare delle ipotesi. La prima è che ci sia stata una differenza di opinioni che ha richiesto una prolungata discussione, oppure che ci sia stata una disamina analitica della vicenda dal punto di vista delle prove emerse nel primo grado di giudizio. Altra ipotesi è che ci sia stata una discussione specifica e selettiva sui singoli dati. Con precisione però non lo sapremo mai.
Trovo assolutamente sbagliato che la Corte abbia rifiutato un esame vigorosamente richiesto dalla difesa e da Bossetti stesso. Anche dal punto di vista procedurale. In America, da dove proviene il metodo della prova scientifica con il dna, la ripetibilità dell’esame in presenza della controparte è un aspetto costitutivo della prova. Ciò significa che Bossetti è stato condannato con una sola prova scientifica, scientifica mettiamolo tra virgolettate, perché c’è un dna nucleare con due anomalie e c’è un mitocondriale divergente, tra l’altro di uno sconosciuto. Stiamo quindi parlando di una prova scientifica totalmente disinserita da una prova logica. Le prove scientifiche devo essere di rafforzamento di un quadro probatorio molto più ampio che in questo caso assolutamente non c’è. In presenza di queste anomalie ripetere l’esame sarebbe stato doveroso. Il fatto che sia stata negato due volte, dimostra che quella prova dichiarata abbondantissima in realtà non esiste più e che non è stato possibile alla difesa neanche accedere ai dati grezzi. Quindi ci troviamo di fronte a un uso di una prova scientifica che non sarebbe mai stata utilizzabile in America, da dove storicamente proviene questo sistema.
Ho la certezza che questa condanna sia stata emessa non al di là di ogni ragionevole dubbio, ma al di là di ogni ragionevole esistenza di prove.
Bossetti ha qualche possibilità in Cassazione. Ci sarà pure un giudice a Berlino, diceva Federico il Grande di Prussia. Speriamo che qualche vecchio, saggio, magistrato, alla fine della carriera, scevro da condizionamenti e da pressioni mediatiche ci spieghi e ci dica che questa condanna è stata emessa non al di là di ogni ragionevole dubbio, ma direi in assenza anche di una vera prova e di un quadro indiziario attendibile.

Comments are closed.