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DIFENDIAMO L’ITALIANO

di Louis Cyphre
In un’intervista de La Stampa di oggi all’assessora veneta Elena Donazzon (Pdl) in merito alle auspicate dimissioni di Nicole Minetti, a firma di Fabio Poletti, si legge uno strafalcione da matita blu.
L’articolo inizia bene: “L’assessore (se è donna meglio assessora, n.d.r.) veneto del Pdl Elena Donazzan, ieri al Pirellone ha seguito la sua collega di partito Nicole Minetti fino in bagno per chiederle di dimettersi”.
Poi si passa alle domande e si arriva al punto cruciale, dove si legge: “Come glielo ha detto, assessore Donazzan”?
E Donazzan risponde: “Volevo incontrarla in un luogo discreto. Mi sono presentata, le ho dato la mano e le ho chiesto di dimettersi perché ci sta facendo vergognare, come donne e come donne che facciamo politica”.
Come donne che facciamo politica? Ma come, il che (pronome che sta per: le quali) è alla terza plurale (le donne) e non vuole un verbo coniugato alla prima plurale (facciamo) ma alla terza plurale (fanno), per cui la frase esatta è: “Come donne che fanno politica”.
Regoletta da quinta elementare (di una volta).
Per la carità!

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