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Anche la Norvegia vieta gli allevamenti di animali da pelliccia

Milano (Corsera) Beatrice Montini – Il Governo norvegese ha appena annunciato che entro il 2025 chiuderà tutti gli allevamenti di animali da pelliccia, con un piano di graduale smantellamento. Attualmente secondo le stime del settore sono attivi 340 allevamenti, in cui ogni anno vengono allevati per essere uccisi 700 mila visoni e 110 mila volpi.
La Norvegia, assieme agli altri paesi scandinavi, è stata a lungo il simbolo dell’allevamento di animali da pelliccia, detenendo il primato mondiale di produzione di pelli di volpe. Poi i tempi sono cambiati, altri paesi sono entrati nel gioco ma soprattutto il movimento animalista ha portato a un calo enorme nei profitti e nel numero di allevamenti. Tanto che l’esperto di finanza Sveinung Fjose ha commentato la notizia dicendo «non è un settore molto lucrativo. La chiusura degli allevamenti non danneggerà molto l’economia». Certo è che grandi nomi della moda stanno diventando fur-free e sempre più paesi vietano questa crudele pratica.
La Norvegia non è il primo Paese ad aver vietato questo tipo di allevamento. Prima lo hanno già fatto Olanda, Austria, Regno Unito, Croazia, Serbia, Slovenia, Macedonia, Repubblica Ceca e Bosnia. In Germania stanno chiudendo gli ultimi allevamenti, mentre la Svizzera ha reso impossibile aprirli, la Spagna aprirne di nuovi, la Svezia e la Danimarca hanno chiuso quelli di volpi.
“Oggi festeggiamo una grande vittoria e ci sentiamo più forti nella battaglia per ottenere lo stesso divieto anche in Italia – commentano da Essere Animali, che negli ultimi anni – insieme ad altre associazioni animaliste (come Lav e Animal Equality) , si batte per la chiusura degli allevamenti da pelliccia anche in Italia – Qui da noi sono infatti ancora attivi più di 20 allevamenti, con una produzione stimata in 160.000 visoni. Chiuderli è uno dei nostri principali obiettivi e ce la stiamo mettendo tutta”.
Nel nostro Paese la «produzione» di pellicce si concentra in tre regioni: Lombardia, Veneto e Emilia Romagna. Gli animali vengono uccisi con il sistema giudicato, secondo quanto prevede la legge attuale, il più consono al loro “benessere”: l’asfissia tramite il gas, monossido o biossido di carbonio.

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