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DA RITA CAMERA

(Alcune riflessioni sull’estromissione dalla giunta provinciale di Maria Grazia Morando)

SOLO DONNE
Ho sperato invano di leggere in queste ultime tre settimane una voce di protesta, di rammarico di indignazione o finanche di giustificazione  circa la  rimozione dell’unica donna che ancora sedeva nella giunta provinciale, Maria Grazia Morando, la quale, con motivazioni, tra l’altro, decisamente risibili, ha pagato, assieme a due suoi colleghi,  il prezzo di una pur sempre tardiva misura di ridimensionamento e snellimento degli organi amministrativi periferici.
Ma non voglio e non mi interessa ora entrare nel merito di una valutazione della politica amministrativa  degli assessori rimossi nè della giunta provinciale nel suo complesso. Voglio unicamente prendere il punto di vista di genere e quindi mi basta solo costatare che, ancora una volta, “il rinnovamento della politica” parte dall’esclusione delle donne… e non una donna qualsiasi.
Non sono nemmeno tanto indignata che ciò sia stato fatto da una maggioranza che ha sempre fatto della promozione del ruolo della donna una sua bandiera, ancorché secondaria, né  che siano uomini coloro che hanno materialmente e concretamente preso la decisione finale; sono invece molto amareggiata dal fatto che non si è levata pubblicamente la voce di una donna o di  un   gruppo  femminile o di una organizzazione sindacale per chiedere conto di queste esclusione.
Certo mi si può dire che sono ben altri i problemi che, di questi tempi,  le nostre amministrazioni devono affrontare, ma siamo sicuri che iniziando con il lasciar fuori le donne  sia la cosa giusta da fare? Perché allora tanto interesse e giusta affermazione del meccanismo delle “quote rosa” a tutti i livelli? E allora, qui da noi, ci basta la Consulta per le pari opportunità che ora sarà sotto la responsabilità di un assessore uomo? Eppure le donne, anche attraverso un grande movimento come quello di “se non ora quando” hanno dimostrato di esserci con forza e grandi capacità propositive in tutti i momenti più delicati della vita del nostro paese e anche nella nostra provincia. Perché in questa occasione in cui si trattava “solamente” di prendere parte per una donna, in cui  si trattava concretamente di prendere una posizione semplice e precisa, si è invece sentito un silenzio così assordante?

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