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Fico: cambiare la legge sulla Rai e abolire la Vigilanza

Roma (primaonline) –  “Andrà cambiata la legge sulla Rai e anche l’abolizione della commissione di Vigilanza resta sul tavolo”. Il veto M5s al confronto nei talk? “Direttori dei tg e conduttori sono autonomi, decidano loro”. Barachini a capo della Vigilanza? “Spero che sia un presidente superpartes e che non pensi alla sua provenienza”. Si è
svolto stamattina il primo incontro di Roberto Fico, presidente della Camera, con la Associazione Stampa parlamentare, per la cosiddetta cerimonia del ‘Ventaglio’ nella sala del Mappamondo. Un po’ timido, stupito e grato di trovarsi in quel ruolo, deciso nel rivendicare il suo spirito movimentista di giustizia sociale da grillino della prima ora ma abile nel glissare giudizi sul governo, pur facendo capire di non essere in perfetta sintonia su tutto.
Il presidente della Camera, rispondendo alle domande dei giornalisti, afferma che serve una nuova legge sulla governance Rai: “Sono convinto che questa legge vada cambiata, è sbagliato che il governo nomini due consiglieri fra i quali il presidente e il direttore generale. Non è detto che in questa legislatura non si
possa fare”. E ricorda la sua proposta di legge “che levava le nomine al Parlamento e aboliva anche la Vigilanza, della quale volevo essere l’ultimo presidente, e su questo ho fallito. Ma la proposta è ancora sul tavolo”, ha assicurato, anche se non potrà essere lui a firmarla.
Di sicuro l’M5s ha “interesse a intervenire sulla Rai”. Che poi si profili comunque uno spoils system, per i grillini il loro è sempre buono perché “basato sul merito e la professionalità, come la scelta di Beatrice Coletti per il Cda Rai”.
Se poi gli esponenti 5Stelle pretendono di essere soli negli studi tv o mettono il veto al dibattito nei talk show, per Roberto Fico “è una scelta che fanno i direttori dei tg o i conduttori, se accettare o no. Sono autonomi al 100%, se la richiesta è indigeribile possono rifiutare”. Quanto a lui, preferisce le interviste a tu per tu o con più giornalisti, non il salotto con altri politici.
Anticipa che sulla diffamazione “ci sono i presupposti per poter agire in questa legislatura, con le commissioni che già negli anni passati hanno fatto un lavoro molto cospicuo e hanno prodotto documentazioni. Va ripresa e riproposta”.
Sulla scelta di Alberto Barachini, ex giornalista Mediaset, al suo posto come presidente della Vigilanza, Fico lascia sospeso il giudizio, ma fa trapelare la sua perplessità: “Non conosco il suo profilo, e già questo è un segno. Spero che interpreti il suo ruolo in modo superpartes, e che non pensi alla sua parte di provenienza”. Bocciato per conflitto d’interessi, insomma. Molto diplomatico anche sulle domande riguardo su migranti e porti chiusi, per lui che vuol essere sempre “vicino agli ultimi”. “Sul salvataggio delle vite l’Italia non si tirerà mai indietro – e qui nomina Toninelli -, ma bisogna anche essere duri con l’Europa perché l’Italia è stata lasciata sola”. Fico ha preso un impegno anche personale sul caso Regeni, un rapporto con i genitori e domani l’incontro con il presidente del Parlamento egiziano.
Il presidente della Camera è orgoglioso del taglio dei vitalizi agli ex parlamentari; non teme i ricorsi, anzi “mi assumo la totale responsabilità di questa delibera, e ripeto che rinuncerò all’immunità parlamentare”, ha ribadito. Nessun problema se il Senato non lo ha ancora fatto, per la Camera “è una delibera importante e
non vendicativa” grazie alla quale risparmierà 40 milioni di euro. Utili anche per i ricorsi o altro, mentre per essere trasferiti nelle casse dello Stato “serve una legge”.
In vista a Montecitorio il cambiamento del regolamento della Camera, anche per “disincentivare i cambi di casacca”; sarà riattivata la conferenza dei presidenti di commissione. Centralità del Parlamento anche per riforme e legge elettorale (“da non fare sei mesi prima del voto in base ai sondaggi”), per Fico la missione a 5 stelle è “cambiare le istituzioni e riavvicinare la politica ai cittadini”. Un “progetto a termine”, entro quattro e cinque anni deve essere superato lo stesso Movimento, altrimenti vorrà dire che ha fallito.

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