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Kia Stinger, tra architettura e prestazioni

di Luca Bordoni (Automoto.it) – Un giorno con la Kia Stinger per una duplice prova su strada. A Milano, dove le linee della Stinger riprendono quelle dei nuovi quartieri e della nuova skyline della città. E a Franciacorta per capire le potenzialità di un motore da 370 Cv e 510 Nm di coppia massima. A testare l’auto un (ex) architetto speciale, Andrea Galeazzi, e un pilota d’eccezione, Luca Bordoni
Milano e circuito di Franciacorta. Stile e sostanza. Esattamente come Kia Stinger, figlia di un progetto che sin dall’inizio ha voluto ambire all’eccellenza da entrambi i punti di vista. Abbiam o allora optato per un approccio trasversale per capire non solo le potenzialità di un motore da 370 CV e 510 Nm di coppia massima, ma anche le aspirazioni di chi, prima con una matita e poi con un progetto completo l’ha portata alla luce (qui invece come si è comportata la Stinger nelle curve tra Toscana, Emilia, Liguria).
Girando per Milano abbiamo notato quanto la città sia cambiata negli ultimi tempi, e anche quanto sia stata inizialmente spiazzata da alcune architetture che fino a una manciata di decenni fa non sarebbero state guardate di buon occhio – se non addirittura impossibili da pensare.
Abbiamo visitato il Palazzo Feltrinelli, le Torri Garibaldi e City Life, capendo quanto con linee nuove si possa disegnare il futuro. Proprio come i designer di Kia Stinger, Schreyer e Guillame hanno fatto con questa Gran Turismo lunga oltre quattro metri e 80, che si mette in mostra con un frontale riconoscibilissimo, il Tiger Nose, dal quale si dipana una commistione di stili ed esperienze.
Scelte decise, nette, per dare a Stinger un blasone unico e quella collaborazione con l’ex tecnico BMW Motorsport Biermann che significa ingegnerizzazione di una vettura capace anche di lasciarsi alle spalle i luoghi iconici di Milano per calarsi in scenari più dinamici.
A completamento di una giornata diversa dal solito ci siamo allora affacciati al circuito di Franciacorta. Certo, è una Gran Turismo e non una sportiva da pista, ma ci siamo divertiti, merito delle doti dinamiche e di un’esperienza di guida divertente che passa da alcuni aspetti. Sugli altri, la trazione integrale, lo sterzo stabile e preciso, il selettore delle modalità di guida a cinque opzioni, una velocità di punta di 270 chilometri orari.
Si è comportata degnamente? Non solo, si è comportata bene: maneggevole in città, brillante e briosa fuori, con un’attenzione alla sicurezza che passa dagli ultimi sistemi disponibili e la solita comodissima politica di un listino optional non smodato. È una Kia tedesca che almeno da questo punto di vista, fortunatamente, alle tedesche non somiglia affatto.

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