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TELEVENDITE TAROCCATE: DENUNCIATE PER FRODE SEI PERSONE, QUATTROMILA I TRUFFATI

Alessandria – A Valenza tornano a far parlare di sé i teleimbonitori ossia coloro che, nella migliore tradizione, a prezzi stracciati rivendono qualsiasi tipo di cosa (in questo caso gioielli e altri oggetti spacciati per preziosi). I carabinieri della Compagnia di Alessandria, in collaborazione coi colleghi della Stazione di Valenza, hanno condotto con successo un’operazione che ha portatto alla denuncia a piede libero di sei persone, tre di Valenza, M.G. di 35 anni, M.V.R. di 47 anni, C.G.M. di 31 anni, due di Alessandria, I.G. di 53 anni, I.V. di 20 anni unica donna del gruppo, e una di Mirabello Monferrato, L.S.G. di 50 anni, tutti responsabili di frode in commercio e truffa ai danni di ignari clienti. I sei, già noti agli inquirenti perché autori di svariati raggiri in passato, facevano capo a due aziende di Valenza, specializzate nel settore della produzione e commercializzazione di gioielli. Uno di loro, il trentacinquenne Giovanni Maspi, già in passato noto per televendite molto simili a quelle del suo predecessore Sergio Baracco, recentemente era apparso di nuovo in televisione, sul digitale terrestre, reclamizzando lotti di gioielli a costi esigui (addirittura una collana d’oro, o almeno così era spacciata dal Maspi, con diamanti incastonati, era messa in vendita a 20 euro, una parure a 30 euro, un orologio con cassa in oro, o almeno lo sembrava, a prezzi poco più alti) che la gente era poi tentata di comprare. Ed infatti i clienti, attirati da un’offerta a dir poco “vantaggiosa”, avevano acquistato i vari lotti ricevendo poi i pacchi direttamente con consegna a domicilio e con pagamento alla consegna trovandosi, però, una volta aperto il pacco, di fronte ad un “pacco” effettivo ossia bigiotteria di scarsissimo valore (addirittura alcuni dei truffati avevano affermato che i monili fasulli, una volta indossati, provocavano allergie ed arrossamenti sulla pelle). Ma la truffa non finiva qui. La banda, sullo stesso canale del digitale terrestre, reclamizzava anche cellulari I-Phone a prezzi ridotti. E chi li ordinava, attirato dal modello all’avanguardia e dall’offerta vantaggiosa, si ritrovava poi a casa, all’interno di una confezione, neanche il cellulare in sé ma paccottiglia in vetro. Sul pacco era segnato il numero di telefono del mittente per segnalare eventuali reclami. Che però era quello di una ditta di Valenza totalmente all’oscuro della faccenda e che, probabilmente, aveva ricevuto chissà quante telefonate di gente che voleva spiegazioni. Almeno quattromila le persone cadute nei tranelli, abitanti in diverse zone d’Italia. I militari, una volta scoperto e sgominato il “giro”, hanno sequestrato una decina di pacchi contenente bigiotteria e paccottiglia varia e ritrovati alcuni di essi in un’abitazione di Valenza, alcuni in una di Alessandria ed altri all’interno di una vettura di uno dei denunciati. È stato stimato, da parte degli inquirenti, che il vasto raggiro abbia fruttato, in tutto, circa trecentomila euro in più o meno sei mesi di “attività”. Inoltre, ieri, la nota trasmissione “Striscia la Notizia” aveva fatto un servizio televisivo in cui si parlava della truffa dei cellulari, in seguito, probabilmente, a segnalazioni da parte dei truffati.

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