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DA C.U.B. ALESSANDRIA

LA CONFEDERAZIONE UNITARIA DI BASE SCIOPERA IL 22 MARZO PER LA SALVAGUARDIA DELLE PARTECIPATE ALESSANDRINE

La C.U.B. aderisce allo sciopero del 22 marzo, con l’ obiettivo di difendere la completa occupazione tra i dipendenti delle Partecipate e del Comune, e per dare un cambio di indirizzo alla politica locale, nella quasi totalità volta a seguire il programma di sacrifici e di tagli del governo Monti.
Con particolare attenzione all’ AMIU, la C.U.B. afferma che la decisione della Giunta di Rita Rossa, di affidare il servizio di Igiene Urbana a un gestore privato, in attesa che venga bandito un “concorso europeo”, sia una scelta non corretta, tanto nella forma quanto nella sostanza.
Dal verbale stilato in Prefettura il 28 febbraio, infatti, si legge che:
“In attesa della definizione di una gara d’ appalto da espletare in breve tempo ricorrendo alle procedure negoziate senza previa pubblicazione di un bando di gara (art. 57 Dlgs 163/2006), in costanza dei presupposti dell’ estrema urgenza risultante da eventi imprevedibili…”
Queste affermazioni non corrispondono alla realtà, in quanto lo stesso Decreto Legislativo specifica  che l’ urgenza non debba risultare da “situazioni soggettive, prevedibili e imputabili alla Società Appaltante”; un’ urgenza che sia “non imputabile ad inerzia o a cattiva diligenza della Società Appaltante”.
Su tutto ciò esiste una vasta giurisprudenza.
Ora, la Giunta di Rita Rossa ha trascinato per mesi l’ ipotesi della costituzione di una NUOVA AMIU, salvo poi scoprire improvvisamente la non fattibilità della stessa.
La stessa Giunta ha anche promesso, a più riprese, la stesura di un piano industriale per l’ azienda di igiene urbana, senza che mai tale piano venisse presentato.
Ci sono state manifestazioni, assemblee, scioperi dei lavoratori, e solo il senso di responsabilità degli stessi ha impedito che la città diventasse una discarica a cielo aperto.
Tutti conoscevano come stavano le cose, comprese le autorità con compiti di controllo.
In compenso, si sono susseguite voci allarmistiche di ogni tipo, ritardi nei pagamenti, sconvolgimenti spesso immotivati dell’ organizzazione del servizio, incertezze sulla disponibilità del TFR., inverosimili confronti con altre città al solo scopo di dimostrare che l’ AMIU avrebbe troppi dipendenti.
Dopo tutto questo, com’è possibile, ora, invocare “motivi di urgenza imprevisti e non imputabili ad inerzia o cattiva diligenza ” del Comune, per saltare una regolare gara di appalto e affidare direttamente il servizio a un privato ?
E chi sarà, poi, questo privato? A quali condizioni subentrerà? C on quali garanzie per i lavoratori?
La stessa indisponibilità della maggioranza a inserire la cosiddetta “clausola di salvaguardia” per i diritti dei lavoratori è un gravissimo segnale di allarme.
Solo uno sprovveduto (o peggio) può pensare che l’ art. 6 del CCNL dell’ Igiene Urbana possa bastare, da solo, a garantire tali diritti, specialmente in una situazione critica come questa.
La C.U.B., ritenendo che non esistano le condizioni previste dal Decreto Legislativo, respinge l’ ipotesi di un affidamento  del servizio a un privato e afferma che il Comune debba farsi carico completamente della situazione dei lavoratori dell’ AMIU sino al momento in cui verrà realizzata una vera gara d’ appalto, e percorrerà ogni strada, anche legale, perchè ciò possa avvenire con la piena tutela dei lavoratori.

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