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DA CERTA SINISTRA I SOLITI PAROLONI MENTRE CHI LAVORA VUOLE RISPOSTE CONCRETE

Alessandria – La crisi di Giunta e politica alessandrina è ormai in atto al punto che qualche pennivendolo che inneggiava fino alla settimana scorsa a Santa Rita Rossa la Mandrogna ha cambiato totalmente registro. Se le cose non beneficeranno di un radicale cambiamento in termini politici, tecnici e gestionali (per esempio col licenziamento in tronco del disastroso Mago Zac che non ne ha azzeccata una che è una) il rinnovamento della giunta ad Alessandria rischia di trasformarsi in un aborto politico. Infatti chi potrebbe accettare di infilarsi in un ginepraio senza via d’uscita, accettando la compagnia di persone ormai totalmente screditate (a partire dalla sindaca) politicamente e personalmente? Solo un disperato ciapa quaie può accettare una proposta del genere, per cui la giunta che dovrebbe nascere sarà il peggio possibile in un momento drammatico come questo. Potrebbe esserci il salvatore della patria, il saggio cincinnato che mette le cose a posto e poi torna al suo orto in campagna, ma qui, dopo lo sconquasso operato dagli unni socialcomunisti mandrogni capeggiati dalla valchiria Rossa, non c’è più niente da fare. Solo la prefetta Tafuri può metterci una pezza nominando un commissario che traghetti la città alle prossime elezioni amministrative anticipate. Anche la Federazione della Sinistra si smarca, pur se con argomenti inconsistenti. D’altronde cosa si può pretendere da laureati in scienze politiche che fanno politica da quando avevano i calzoni corti in quell’area dove la menzogna mescolata alla verità è il metodo, insegnato e tramandato a partire da Lenin, col quale si vanno a chiedere i voti. Questi signori – che si sono accorti della situazione solo ieri, e fino a ieri non si erano accorti di niente – elencano cinque temi che dovranno essere oggetto delle prossime politiche ritenuti “dirimenti per la prosecuzione dell’esperienza amministrativa”. Il gruppo politico ha fatto sapere che “fino a quando non otterrà una risposta certa di condivisione rispetto alle questioni poste, peraltro vicine a una sensibilità espressa con forza dalle Organizzazioni Sindacali (buone quelle, n.d.r.), non parteciperà più a riunioni di giunta e di maggioranza”. Ma di cosa si tratta? Al primo punto si chiede piena salvaguardia dei livelli occupazionali del Comune e delle Partecipate. Siamo tutti d’accordo, ma come si fa? Pura propaganda senza base scientifica. Quindi Barberis e compagni parlano di condivisione e trasparenza come condizioni essenziali di ogni scelta; ma è lapalissiano! Poi si invita la sindaca alla coerenza col programma di campagna elettorale. Quale programma? Poi due ciliegine da cinema: istituzione di un tavolo permanente anti-crisi aperto a tutte le parti sociali e contrasto alle politiche di aggressione del Ministero nei confronti degli Enti locali, e lotta per una radicale modifica delle norme sul dissesto. Voliamo bassi cari compagni, piantiamola lì coi paroloni e pensiamo invece a tirar fuori i soldi per gli stipendi dei dipendenti. Insomma, vogliamo governare o no? Vogliamo lavorare o no? Altrimenti è meglio che andiate tutti a casa per manifesta incapacità.

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